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 2015  gennaio 13 Martedì calendario

La Consob contesta il bilancio 2013 e la Carige crolla in Borsa con un -11%. Nelle ultime sette sedute a Piazza Affari il titolo dell’istituto era salito di oltre il 29%

In un solo giorno Carige perde a Piazza Affari un terzo dei guadagni che aveva messo a segno da inizio anno. Ieri in Borsa il titolo della banca genovese ha ceduto l’11,6% a 0,0614 euro, dopo essere stato sospeso in mattinata per eccesso di ribasso. Investitori istituzionali e fondi d’investimento hanno venduto a mani basse le azioni, dopo che Consob sabato scorso ha notificato un atto di citazione avviando presso il Tribunale di Genova un procedimento con richiesta di annullare il bilancio 2013. Nelle ultime sette sedute di Borsa il titolo della Carige era salito oltre il 29%.
In sostanza Consob ha deciso di impugnare il bilancio 2013, analogamente a quanto fatto sui conti 2012. E accusa la banca di essersi mossa in ritardo sull’iscrizione in bilancio delle rettifiche da circa 600 milioni sui costi di avviamento per alcune acquisizioni fatte durante la gestione dell’ex presidente Giovanni Berneschi e di rappresentare un caso pressoché unico di una banca che non si adeguata alle richieste di Consob dopo un«approccio amichevole». Carige ha subito replicato confidando «che l’autorità giudiziaria confermi la correttezza del proprio operato e la conformità dei bilanci che ne disciplinano la redazione». Inoltre la banca guidata dall’amministratore delegato Piero Montati e dal presidente Cesare Castelbarco ha inoltre evidenziato «di avere provveduto ad appostare le rettifiche sui valori contestati nei bilanci e nei resoconti semestrali 2013/14».
Avanti con l’aumento
La mossa di Consob comunque, spiegano gli analisti, non avrà impatto né sull’aumento di capitale né sul possibile ingresso di nuovi soci. Equita Sim ricorda che dopo le contestazioni della Consob già effettuate sul bilancio 2012 «la nuova gestione dell’ad Montani ha successivamente provveduto a svalutare partecipazioni e avviamento. Non vediamo quindi impatti sul capitale di Carige». Andrea Bonomi a capo del fondo Investindustrial continua a restare in attesa delle mosse della Fondazione Carige che, con il consulente Imi, sta valutando la vendita di un pacchetto del 7% del capitale della banca genovese.
Ieri intanto si è svolta una riunione tecnica, presso lo studio legale Clifford Chance, con le banche del consorzio guidate da Mediobanca – che agisce come global coordinator e joint bookrunner – per valutare gli aspetti tecnico-legali della ricapitalizzazione che dovrebbe aggirarsi attorno ai 700 milioni di euro.
All’inizio di febbraio è atteso il via libera della Banca centrale europea che dovrà approvare il piano di rafforzamento del capitale per tappare il deficit patrimoniale di Carige di 814 milioni emerso durante gli stress test europei. La Bce dovrà anche valutare se gli accantonamenti fatti da Carige sono sufficienti e mettere un punto fermo sull’ammontare dell’aumento di capitale che sicuramente sarà superiore al mezzo miliardo di euro e che potrebbe salire fino a 700 milioni.
Fondazioni in movimento
Oltre alla Fondazione Carige alle prese con la vendita della quota della banca, anche la Fondazione CariFirenze sta studiando la cessione del 3,32% in Intesa Sanpaolo e del 10,26% in Banca Cr Firenze, partecipazioni che valgono circa un miliardo di euro. L’anticipazione data nel week-end dal quotidiano «La Nazione» non è stata smentita dall’ente fiorentino che in una nota si è limitato ad affermare che «non è stata presa alcuna decisione in merito alla vendita di azioni».