La Stampa, 13 gennaio 2015
Sette centrali elettriche italiane passano nelle mani dei cechi. La società E.On Italia le vende al gruppo Eph della Repubblica Ceca, che fa capo a Daniel Kretinsky, il proprietario dello Sparta Praga
Dai tedeschi ai cechi: passano di mano sette centrali elettriche italiane (una a carbone e sei a gas). La società E.On Italia le vende al gruppo Eph della Repubblica Ceca, che fa capo al proprietario dello Sparta Praga, Daniel Kretinsky. Nessun allarme per le 900 mila famiglie (o aziende) italiane che hanno un contratto di fornitura con E.On: per loro non cambia niente, perché il gruppo resta in Italia con le attività di vendita. Nessun problema neanche per i lavoratori, tutti confermati al loro posto.
La strategia
Dal punto di vista dei tedeschi, il disimpegno dal nostro Paese risponde alla necessità di tagliare il debito facendo cassa. Il valore della compravendita non è stato comunicato dalle parti ma dovrebbe trattarsi come minimo di 300 milioni e come massimo di 5 o 600 (questa la stima di Exane). Invece da parte di Eph si tratta di continuare la strategia di espansione che di recente l’ha portata a allargare l’attività attività dal Centro all’Ovest dell’Europa, spingendosi fino in Gran Bretagna.
Le centrali oggetto della compravendita italiana hanno una potenza installata di 4500 MegaWatt. Si tratta dell’impianto a carbone di Fiume Santo, in Sardegna, e di quelli a gas di Livorno Ferraris (Vercelli), Tavazzano (Lodi), Ostiglia (Mantova), Cef (Ferrara), Trapani e Scandale (Crotone).
Fase di espansione
Il gruppo Eph si è già aggiudicato una centrale e una miniera di lignite in Germania, poi la centrale a carbone di Eggborough nello Yorkshire, e anche il 49% di Eustream, compagnia che porta il gas russo in Europa attraverso la Slovacchia. Ora Eph punta agli impianti slovacchi che l’Enel ha messo in vendita.
Kretinsky, il proprietario di Eph, spiega che il suo ingresso in Italia è «a lungo termine e focalizzato sullo sviluppo. Confidiamo di collaborare a questo obiettivo coi dipendenti». I sindacati hanno accolto bene la notizia, anche perché E.On italia assicura che «la cessione non comporterà alcuna riduzione di personale».
Per il gruppo E.On dovrebbe trattarsi del primo passo verso un addio completo dall’Italia. Cedute le centrali termiche tradizionali, ora ai tedeschi rimangono la produzione di energie alternative, la quota di maggioranza del rigassificatore di Livorno e i 900 mila clienti italiani a cui l’E.On fornisce elettricità e metano. Si tratta di attività di valore ma (a questo punto) eterogenee e poco correlate (si pensi al rigassificatore senza più le centrali a gas); la volontà dei tedeschi è di mettere sul mercato anche quel che resta e pare che ci sia già chi è interessato a comprare questa o quella parte dell’impero.