La Gazzetta dello Sport, 13 gennaio 2015
Il massacro di Parigi non ci esce di mente. Si dà la caccia ad Hayat Boumedienne e si attende con ansia l’uscita del nuovo numero di Charlie Hebdo (ne riferiamo qui a fianco)

Il massacro di Parigi non ci esce di mente. Si dà la caccia ad Hayat Boumedienne e si attende con ansia l’uscita del nuovo numero di Charlie Hebdo (ne riferiamo qui a fianco). Si prende atto che i servizi segreti di tutto il mondo dànno per altamente probabile una qualche nuova azione devastante, in qualche punto del pianeta che garantisca eco mediatica. Il destino dei terroristi è quello di superare sempre, in orrore, l’azione precedente, come si capisce dal fatto che, per esempio, il primo decapitato dell’Isis guadagnò uno spazio emotivo enorme, mentre al quarto decapitato abbiamo prestato un’attenzione distratta e una reazione emotiva di maniera. Dobbiamo quindi aspettarci per la prossima volta una mossa che superi l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo.
• Piazza San Pietro?
Lo si teme, ricordando anche le immagini diffuse dall’Isis in cui sulla Cupola sventolava una bandiera nera. Sia il ministro dell’Interno Alfano che il portavoce della Santa Sede padre Lombardi minimizzano. Padre Lombardi ha detto: «Giusto tenere alta l’attenzione, ma niente allarmismi».
• Come si può prevenire un altro attacco?
I ministri degli Interni d’Europa si incontreranno nuovamente venerdì. Per ora, insistono su tre punti: il Pnr, internet e Schengen. La sigla Pnr significa «Passenger Name Record», ossia registrazione del nome del passeggero. Con questi moduli, le compagnie aeree vengono a sapere molte cose su chi viaggia e le polizie europee sarebbero molto interessate a metter le mani su queste informazioni. Esiste una direttiva della Ue, in questo senso, a cui manca però l’approvazione del Parlamento. La seconda questione riguarda internet e mi pare la più seria, quindi la più difficile da realizzare. Gli imam radicali convincono e reclutano i loro martiri attraverso una predicazione che si svolge in rete. Così furono indottrinati, ad esempio, i fratelli Kouachi, ultimi di una lista lunga di martiri formatisi davanti al computer. Questi messaggi sono talmente seducenti, che chi afferra il kalashnikov e si mette all’opera non ha ricevuto ordini da nessuno. Lo fa perché qualcuno lo ha convinto, da lontano, che questo atto è giusto e meriterà a chi lo compie il Paradiso. Ora, le nostre polizie si chiedono: non sarebbe possibile monitorare la rete in modo da rimuovere i siti che fanno pratica di apostolato? Il terzo punto riguarda Schengen, cioè disposizioni che restringano la libertà di circolare da un paese all’altro senza controlli. Le faccio notare che tutt’e tre queste richieste intaccano la libertà di ognuno di noi. C’è chi dice: adottarle vuol dire darla vinta al terrorista islamico.
• Parliamo di Schengen. Che cos’è Schengen?
Schengen è un piccolo centro del Lussemburgo, dove fu firmato l’accordo che ha determinato la caduta dei confini tra stato e stato per quello che riguarda la circolazione delle persone. Si va in Francia o in Spagna, oppure gli spagnoli o i francesi vengono da noi, e si gira liberamente, come quando si passa dalla Lombardia all’Emilia. Questo favorisce l’attività dei terroristi? Mah. Uno dei problemi del massacro parigino è che i loro autori erano francesi. Cioè, a questo punto, con milioni di musulmani che vivono nelle nostre città non clandestinamente, la priorità è quella di ripristinare i controlli ai confini? Spagna, Germania, soprattutto Francia sono convinti che questa sia una strada. I nostri, sia Alfano che il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, sono molto dubbiosi. Gentiloni ne ha parlato ieri alla Camera.
• Che cosa ha detto?
«Deve essere chiaro che nessun governo europeo parla di sospendere il sistema Schengen o ristabilire controlli alle frontiere. Sacrificare la libertà di circolazione sarebbe un prezzo inaccettabile da pagare al terrorismo e alle sue inziative». Salvini invece sostiene che i controlli alle frontiere vanno ristabiliti, e ricorda che in un paio d’occasioni l’Italia (ma non solo l’Italia) ha sospeso Schengen. Questo però dipende da una clausola che permette ai membri del trattato, in circostanze eccezionali e per un breve periodo, di sospendere Schengen.
• C’è stato un rafforzamento della nostra vigilanza? Per esempio davanti agli obiettivi cosiddetti sensibili, chiese, sinagoghe, ecc.?
Sì, s’è rafforzata la sorveglianza davanti ad ambasciate, consolati, palazzi
istituzionali, monumenti, e naturalmente i luoghi dell’ebraismo, oltre alle redazioni di
giornali e tv. Potrebbe però esserci un pericolo anche per i luoghi dei musulmani. In Francia, il presidente dell’Osservatorio contro l’islamofobia, Abdallah Zekri, ha segnalato che da mercoledì scorso a oggi sono state messe in atto più di 50 azioni contro l’Islam.