La Stampa, 12 gennaio 2015
L’autoscatto di Francesco Totti. Fotografare la sua facciona davanti a una curva in delirio per la sua doppietta al derby. Uno show che solo un trentottenne che non ha mai sgarrato si può permettere
Dopo il selfie da Oscar c’è il selfie da derby e sul red carpet di Los Angeles o dentro l’Olimpico di Roma l’effetto è lo stesso. Le stelle stanno a guardare: cercano ricordi come tutti noi, provano a catturare le emozioni speciali anche se le vivono in serie e nell’istante del clic diventano più reali, vicini. Ci fanno sorridere.
Francesco Totti avrebbe potuto chiedere la foto più spettacolare del gol, scegliere l’angolazione preferita, farci un poster, ma lui voleva una posa da cellulare: la sua facciona davanti al delirio in bassa definizione. Un momento straordinario legato a un gesto banale. E se Balotelli per caso si chiedesse anche stavolta «Why Always me?», perché gli altri possono uscire dallo spartito senza provocare l’insofferenza riservata a lui, e senza neanche rimediare l’ammonizione, è perché dentro quello scatto c’è un trentottenne che non ha mai sgarrato, non un bambinone che prende multe in Ferrari.