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 2015  gennaio 09 Venerdì calendario

Lo strano furto a casa di Pino Daniele. Sparite due chitarre e poche centinaia di euro dalla villa di Magliano

E all’improvviso l’ultimo buen retiro di Pino Daniele diventa un caso che si tinge di giallo. Dopo anni di quiete, privacy e isolamento, lì – nella villa in Maremma del cantautore napoletano – si è verificato un episodio sospetto, anomalo: il furto di due chitarre dell’artista e di poche centinaia di euro, poca roba rispetto ai soldi e altri oggetti di valore custoditi all’interno della villa dove l’artista ha trascorso gli ultimi anni di vita. Un caso anomalo, scoperto e segnalato da Amanda Bonini, compagna dell’artista napoletano, rientrata in Maremma assieme ai due figli dopo il doppio funerale di Roma e Napoli. La scena, al suo rientro è stata poco chiara fin dall’inizio: neutralizzato il sistema di allarme della villa, qualcuno avrebbe approfittato dell’assenza di persone in casa per agire indisturbato. Una incursione pianificata, sicuramente meno improvvisata di quanto possa apparire. Il raid in casa Daniele sarebbe stato messo a segno tra il sei e il sette gennaio, bottino scarno per i ladri: due chitarre e poche centinaia di euro, che erano custodite all’interno di un portafogli lasciato senza troppa cura in casa. Forse i ladri cercavano altro. Hanno rovistato nell’abitazione, ben sapendo che la zona non è protetta da un sistema di videosorveglianza, hanno messo le mani altrove. Non sono riusciti a portare via soldi e gioielli, che pure erano presenti nella villa in Maremma, non hanno trafugato altri oggetti rappresentativi della vita dell’artista. Stranezze di un caso destinato a rimanere aperto anche in queste ore. Inchiesta condotta dai carabinieri del comando provinciale di Grosseto, agli ordini del comandante Gerardo Iorio, ci sono non pochi nodi da sciogliere. Indagine a tutto spiano, si procede per furto ma nessuna pista può essere esclusa. Qualcuno potrebbe infatti aver avuto interesse ad introdursi nella dimora di Pino Daniele con l’obiettivo di acquisire informazioni, di ricavare particolari della vita privata del cantante nel tentativo di avere un’arma di ricatto o di pressione da usare nei confronti dei parenti e degli stretti congiunti del musicista. O nel semplice tentativo di sgomberare il campo da possibili punti oscuri, circa le ultime volontà dell’artista. Inevitabile, a partire da questa mattina alcune domande dirette: c’erano scritture private riconducibili al cantante? C’erano documenti che potevano rappresentare un problema per qualcuno?
Ma intanto si indaga anche a Roma, dove la Procura di Giuseppe Pignatone ha aperto un fascicolo per omicidio colposo al momento contro ignoti. Inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e al sostituto Marcello Monteleone, ieri è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Daniele. Tre ore e mezza in obitorio, al lavoro periti nominati dalla Procura capitolina ma anche due consulenti di parte (Enrico Marinelli e Luisa Regimenti), intervenuti per conto della seconda moglie del cantante, la ex modella Fabiola Sciabarrasi, la prima a chiedere chiarezza sulle ultime ore di vita del cantante. Pino Daniele, dopo aver accusato il primo malore, poteva essere salvato? Quanto ha inciso il viaggio a Roma, in quelle condizioni? Stando a quanto trapelato finora, i primi accertamenti hanno confermato che il cantautore è morto in conseguenza della grave e cronica patologia cardiaca che nel corso degli anni aveva reso necessario l’applicazione di alcuni bypass. Se gli è stato fatale il tempo trascorso nel tragitto dalla sua casa in Maremma all’ospedale di Roma si potrà capire solo dopo gli esami istologici sui tessuti prelevati.