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 2015  gennaio 08 Giovedì calendario

Kai, il cane di razza Shar Pei abbandonato fuori da una stazione in Scozia con la valigia e tutti i suoi giochi. La foto commuove la Rete, ed è corsa ad adottarlo. Nel trolley ci sono la ciotola, la coperta e un cuscino

Kai è la star del web. La sua foto rimbalza dal Regno Unito a Singapore, dagli Stati Uniti al Perù e a Hong Kong. È un cane, di razza Shar Pei che è molto vecchia e origina dalla Cina, trovandosene traccia nei disegni risalenti alla dinastia Han, secondo secolo. Inconfondibili e unici perché hanno il corpo ricoperto di pliche.
Potrebbe essere, quella di Kai, una storia di abbandono come purtroppo ci sono ogni giorno in ogni angolo del mondo. Padroni di animali che all’improvviso si sbarazzano del loro amico, persone che perdono il cuore e lasciano il fedele amico di una vita in mezzo alla strada (se va bene) nella speranza forse che altri se ne prendano cura. Ma Kai nella sua sfortuna ha avuto anche un pizzico di buona sorte.
Il suo padrone o la sua padrona lo hanno abbandonato nella stazione di Ayr che è una città della Scozia meridionale con un passato glorioso: qui si è riunito per la prima volta il parlamento scozzese nel 1315 e qui è stato incoronato re il guerriero e condottiero Robert Bruce, eroe dell’indipendenza. Kai è stato legato a una inferriata con al fianco una valigia nella quale c’erano la ciotola del cibo, la coperta, il cuscino, i suoi giochi. E non gli andata malissimo.
David Brown, un ferroviere di Ayr, il 2 gennaio ha cominciato il turno di lavoro a metà pomeriggio e lo ha trovato lì, accucciato, buono e in attesa di ritrovare i padroni. Lo ha fotografato e ha pensato di stargli in compagnia. Fino a che ha realizzato che Kai non sarebbe mai tornato a casa. E lo ha affidato a un’organizzazione, la «Scottish SPCA» che se ne è presa cura.
Ma quella foto, scattata per pura curiosità, è valsa più di ogni cosa. È entrata nel circuito di internet in Scozia, poi nel Regno Unito tutto, poi in Europa, in Asia e in America.
Un cane ha mobilitato la rete. A migliaia si sono proposti per adottare Kai che ha tre anni e, sotto pelle, il microchip da cui è stato possibile risalire al primo padrone. Lo aveva venduto, nel 2013, attraverso «Gumtree», un sito di annunci. Non è lui il colpevole. Così è scattata la caccia all’«amico», o presunto tale, di Kai, quello che lo ha comperato e mollato.
L’ultimo atto di «carità«(la valigia con la coperta e i giochi dimenticata alla stazione) non lo rende immune da una punizione. La legge scozzese e la legge britannica sono severe. A Londra chi abbandona un cane può essere condannato a 20 mila sterline (25 mila euro) e condannato a 6 mesi di carcere. Se l’abbandono procura rischio all’incolumità di altre persone la pena sale fino a 5 anni (nell’eventualità di ferite) e a 14 anni (nell’eventualità di morte).
Si dice che il Regno Unito sia un Paese che ama gli animali e i cani in particolare. Eppure i numeri offrono una diversa fotografia. Il «Dog’s Trust», che è un’associazione non profit, ogni anno realizza il censimento delle «separazioni forzate», dei cani dimenticati, buttati fuori, respinti: sono 110 mila in dodici mesi, diecimila (grazie ai microchip) rientrano, molti trovano nuove famiglie, tanti alla fine vengono soppressi. Il picco si è avuto nel periodo più nero della crisi finanziaria: fra il 2009 e il 2010, quando furono segnalati ben 130 mila casi. E si parla di cifre ufficiali.
La storia di Kai, tutto sommato, si sta concludendo nel migliore dei modi. Un padrone l’avrà, vista la catena di solidarietà che si è formata. La foto ha prodotto il suo effetto. Persino la Bbc si è mobilitata spedendo una sua inviata ad Ayr per raccontare la sorte del cane, del bel Shar Pei con la valigia. Che ora starà anche meglio di prima.