Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 08 Giovedì calendario

Gerusalemme imbiancata, travolta dalla tempesta di neve e isolata. In migliaia fuggono da Gaza per il maltempo. In Libano e in Giordania due milioni di profughi siriani sono al gelo nelle tende

Migliaia di palestinesi in fuga dalla costa a Gaza, i campi profughi siriani assediati dalla neve in Libano e Giordania, Gerusalemme e Safed isolate via terra, diecimila famiglie israeliane senza elettricità: è Huda che si abbatte sul Medio Oriente con venti da 110 chilometri orari che spingono forti piogge e pesanti nevicate.
Sfollati a rischio
La situazione di maggiore emergenza è nella Striscia di Gaza dove migliaia di famiglie hanno lasciato le case lungo la costa nel timore di inondazioni per l’assenza di qualsiasi tipo di argini. Fuga anche dal quartiere di Al-Nafaq, a Gaza City, dove i liquami delle fognature hanno invaso le strade. Nel complesso a Gaza sono ancora circa 100 mila gli sfollati a seguito del conflitto estivo fra Hamas ed Israele, e sono i più esposti a venti, pioggia e neve. Per ragioni analoghe in Libano e Giordania sono oltre 2 milioni di rifugiati siriani a soffrire di più. La Valle della Bekaa è coperta da oltre 30 cm di neve con i campi profughi in affanno. Fonti Onu parlano di squadre di intervento, formate dentro i campi, per togliere la neve dalle tende, scongiurando crolli. Ninette Kelley, portavoce dell’Agenzia Onu per i Rifugiati, ammette l’affanno in Libano: «Dobbiamo soccorrere 1700 località dove si trovano 1,1 milioni di profughi e siamo in difficoltà».
In Siria
Nell’area di confine di Shebaa, il maltempo ha causato la morte di quattro profughi siriani, incluso un bambino di 6 anni. Il governo Assad ha ordinato la chiusura a tempo indeterminato dei due maggiori porti – a Tartus e Latakia – per proteggere strutture e imbarcazioni da onde alte fino a 12 metri.
Città Santa imbiancata
In Israele sono oltre 10 mila le famiglie rimaste senza elettricità: le zone più colpite sono nel Nord, Safed e la Galilea per l’impatto di neve e ghiaccio ma anche nelle città lungo la costa, come Netanya, Herzliya, Ra’anana e Rishon Lezion, dove i livelli molto alti di consumo hanno causato black out a ripetizione. Le autorità hanno bloccato ogni strada che porta a Safed, come anche a Gerusalemme, per scongiurare incidenti.
Gelo in Arabia Saudita
La Città Santa è coperta da una coltre di neve ed aspetta ulteriori precipitazioni: i trattori spazzaneve puliscono le maggiori arterie ma gran parte della circolazione è bloccata, con gli abitanti rintanati nelle case per ascoltare le istruzioni via radio del governo. Oltre mille soldati sono schierati attorno al perimetro urbano per interventi di emergenza. Dentro la Città Vecchia i vicoli sono deserti ma nei luoghi di preghiera sono pieni: moschee, chiese, sinagoghe ed anche il Muro del Pianto sono affollati da fedeli in raccoglimento, giunti a dispetto delle intemperie.
I primi morti
Le prime vittime di Huda sono un bimbo palestinese di 8 mesi, morto in un campo profughi di Tulkarem per l’esplosione di una stufa, e un ragazzo israeliano di 13 anni, travolto in un incidente stradale fuori Gerusalemme che ha causato anche 13 feriti. L’allarme meteo arriva fino in Arabia Saudita perché nelle regioni settentrionali le temperature sotto lo zero accompagnate dai forti venti fanno temere tempeste di sabbia.