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 2015  gennaio 08 Giovedì calendario

Le donne di Pino Daniele, divise e distanti anche al funerale. Vecchi rancori, gelosie per i figli e probabili liti sull’eredità. Fabiola è la bruna, Amanda la bionda. Fabiola la seconda moglie, Amanda la nuova compagna. E poi ci sarebbe anche Dorina, il primo grande amore, il primo matrimonio

Fabiola è quella di «almeno una ventina di canzoni dedicate a lei». Amanda quella che lo ha fatto sentire «come Enrico VIII: dopo due famiglie non smetto di credere nell’amore».
Fabiola è la bruna, Amanda la bionda. Fabiola la seconda moglie, Amanda la nuova compagna. Ci sarebbe anche Dorina, il primo grande amore, il primo matrimonio. Anzi c’è. Ma è defilata. Sempre presente, dalla camera ardente ai funerali, nelle gallery del web non compare quasi mai. I fotografi non la riconoscono perche molti nemmeno la conoscono. Dorina Giangrande, la corista che lavorò con Pino in Terra mia, quella che con lui andò a vivere a Formia, oggi lascia tutta la scena alle altre due. Sono loro le donne di questa storia. Che è proprio tutta n’ata storia da quella della vita di Pino, piena di poesia e sentimento, perché è una storia, e forse una storiaccia, cominciata quando la sua vita è finita.
Non si amavano nemmeno prima, Amanda Bonini e Fabiola Sciabbarrasi, ed è normale. Perché una ha preso il posto dell’altra, e l’altra non ha scelto, ha dovuto subire. Si chiama semplicemente gelosia, rivalità in amore. Succede a tutti, è successo anche a loro.
Davanti alla chiesa del Divino Amore si sono trovate quasi una accanto all’altra, ma non si sono abbracciate in nome dell’amore che entrambe hanno perso. Non si parlavano e non si sono parlate. Amanda ha parlato solo del suo compagno: «È stato un grande amore»; e se invece Fabiola ha parlato anche di Amanda, lo ha fatto per avanzare il sospetto che nella serata tragica di domenica scorsa sia stata lei a gestire male la situazione, con la rinuncia ad aspettare l’ambulanza per andare all’ospedale più vicino, e la follia della corsa in Suv da Orbetello a Roma per raggiungere il cardiologo di fiducia al Sant’Eugenio.
Antichi rancori e future (possibili) questioni d’eredità fanno cadere, pure nei giorni del lutto vivo, l’apparente distacco a stento mantenuto finché c’è stato Pino. Mantenuto, in realtà, più facilmente da Amanda, secondo la banale regola che chi vince, in amore come in qualsiasi cosa, non ha niente da lamentarsi. Fabiola invece sì che s’era lamentata. Si era lamentata quando Pino decise di far conoscere la nuova compagna ai loro tre figli (Sara, la più grande, era a Orbetello la sera della tragedia), ma prima ancora della sua scelta di andare via da casa facendo sentire ai ragazzi il peso dell’assenza del padre. Lei che in vent’anni di storia d’amore era stata capace di assoluta dedizione al suo uomo e perfino di addolcirne lo spigoloso carattere, ora gli rimproverava di aver agito con grande superficialità. Per colpa anche e soprattutto di quella donna conosciuta in Maremma e dalla quale Pino si era lasciato conquistare come si era lasciato conquistare dalla campagna toscana e dal mare dell’Argentario. La campagna dove aveva comprato il casale e la spiaggia dove aveva aperto un bar ristorante. Che appartengono, e rimarranno, entrambi ad Amanda.