La Stampa, 8 gennaio 2015
Claudio Santamaria, dal Dandi a Grillo: «Stimo il Movimento 5 Stelle, mi fa sentire rappresentato. Finalmente si vede un’opposizione reale in Parlamento. E Beppe fa bene a espellere i dissidenti. Se prima di candidarti firmi un programma poi lo devi rispettare»
È il Dandi di Romanzo Criminale, corpo e voce di Renatino De Pedis, boss della banda della Magliana. La sera del 24 gennaio Claudio Santamaria e altri del cast del saranno a Roma in piazza Santi Apostoli per un evento organizzato dal M5S. L’idea è di tenere i riflettori accesi sullo scandalo di Mafia Capitale. «Altrimenti tutto diventa intrattenimento queste cose vanno fatte per non dimenticare».
E lei che ruolo giocherà?
«Durante la serata ci saranno letture delle intercettazioni e di altri pezzi dell’inchiesta. Purtroppo non ci sarò fisicamente ma sarò collegato da Milano e mi cimenterò in un botta e risposta a distanza con Claudio Gioè. Spero partecipi tanta gente, che la città risponda: ora non è il momento di abbassare l’attenzione su questo scandalo».
Come si è avvicinato al M5S?
«L’idea che sta alla base mi piace molto: partire dal basso, una democrazia orizzontale. Ora in Parlamento ci sono dei ragazzi che mi fanno sentire rappresentato e penso che abbiano dato tantissimo a questa legislatura».
Dice? Per qualcuno si sono messi nell’angolo da soli.
«È una falsità dire che non hanno fatto niente, anzi. Hanno imposto un assetto diverso anche alle altre forze politiche, hanno tolto la politica dalla stagnazione. E poi finalmente si vede un’opposizione reale in parlamento. Una cosa così non si era mai vista in Italia».
E il loro leader? O megafono, come preferisce lui, la convince?
«Grillo dovrebbe aggiustare il tiro sulla comunicazione: a volte le persone scambiano il suo modo di fare sanguigno per volgarità, ma fa una cosa che non fa nessuno in Italia, svela cosa che la gente non conosce e loro invece di essergli grati lo criticano per un tratto caratteriale, come quando si dice di un politico che mi sta antipatico, ma cosa c’entra l’antipatia?»
Grillo però ha anche un altro tratto forte, quello autoritario. Le espulsioni non l’hanno turbata?
«Se prima di candidarti firmi un programma poi lo devi rispettare. Esempio: c’è club in cui sono ammessi solo soci con la cravatta gialla e tu ti presenti con la cravatta rossa, allora è logico che non ti faccio entrare».
Logico, ma un partito politico non è un club esclusivo.
«E invece per me dovrebbero fare così tutti i partiti. Dopo le elezioni nessuno rispetta più il programma e gli impegni presi in campagna elettorale e tutti, anche all’interno dello stesso partito, fanno come gli pare».
Incerti della democrazia.
«C’è democrazia anche nel M5S, decidono tutto insieme in assemblea. Mi sembra assurdo che gli abbiano dato dei fascisti e dei nazisti. Chi lo fa non ha idea di cosa sia stato il fascismo. Il M5S è coerenza».