Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 08 Giovedì calendario

Berlusconi chiede la liberazione anticipata. Il Cavaliere ha presentato domanda per uno sconto di pena di 45 giorni sull’affidamento in prova ai servizi sociali. La motivazione: il percorso intrapreso a Cesano Boscone avrebbe portato a una «evoluzione positiva» della sua personalità, attraverso il volontariato all’Istituto Sacra Famiglia che ha rappresentato «uno spunto di riflessione sulla condizione degli anziani»

L’aveva annunciato: «Prestissimo tornerò alla politica a tempo pieno». E ieri Silvio Berlusconi ha compiuto il passo ufficiale per ottenere uno sconto di pena di 45 giorni sull’affidamento in prova ai servizi sociali, che sta svolgendo dallo scorso 23 aprile.
La richiesta di istanza di liberazione anticipata è stata presentata ieri al Tribunale di sorveglianza di Milano dai suoi legali con la motivazione che il percorso intrapreso a Cesano Boscone abbia portato a una «evoluzione positiva» della sua personalità, attraverso il volontariato all’Istituto Sacra Famiglia che ha rappresentato «uno spunto di riflessione sulla condizione degli anziani» accolto «con entusiasmo».
Ora la domanda verrà trasmessa al dirigente dell’Uepe, l’ufficio secuzione penale esterna, Severina Panariello, che scriverà una relazione che poi manderà al giudice Crosti. La decisione del Tribunale dovrebbe arrivare entro la prossima settimana, e nell’entourage dell’ex premier c’è la quasi certezza che lo sconto arriverà. Così come c’è speranza che venga accolta l’istanza contro Bankitalia, che a Fininvest aveva imposto di alienare il 20% di Mediolanum per la mancanza dei requisiti di onorabilità del Cavaliere.
Si vedrà quali saranno le decisioni dell’autorità preposta, ma un fatto è certo: per Berlusconi l’obiettivo di rientrare a pieno titolo nella vita politica e di riconquistare agibilità in tutti i campi della sua attività è primario.
Cosa questo comporti sul piano delle scelte strategiche del suo partito lo si capirà nelle prossime settimane, nei passaggi delicatissimi su legge elettorale ed elezione del capo dello Stato con, sullo sfondo, la possibilità che Renzi dia il via libera il 20 febbraio alla contestatissima norma che depenalizza la frode fiscale sotto il 3% dell’imponibile il che potrebbe aprire la strada a un annullamento degli effetti della legge Severino.
È anche per questo, sussurrano in Forza Italia, che i passi del partito in questa fase sono ispirati alla massima cautela. Ieri a Palazzo Grazioli, in una riunione con i fedelissimi, Berlusconi è apparso, dicono «realista»: «Quella norma in fondo Renzi l’aveva inserita... cancellarla sarebbe davvero l’ennesima prova che non si portano avanti provvedimenti che servono agli italiani solo perché a beneficiarne potrebbe essere anche Silvio Berlusconi...», il ragionamento dell’ex premier. Che comunque, assicurano i suoi, ha come vero obiettivo non ottenere «regalini» da Renzi, ma una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che lo riabiliti completamente, perché «quello è un organo terzo, ed è da lì che mi aspetto mi venga restituita la mia onorabilità calpestata».
E però resta che non sono alle viste atti di guerra o ritorsioni. Un po’ perché, soprattutto da parte di Verdini, continuano le rassicurazioni sul fatto che «Renzi avrà difficoltà a tornare indietro rispetto alla strada imboccata sul decreto fiscale», un po’ perché l’elezione del capo dello Stato incombe. E ieri, sulla legge elettorale, il segnale richiesto per non arrivare allo scontro politico – l’annuncio che sarà prevista una clausola che impedisce di andare a votare fino alla metà del 2016 – è arrivato.
Resta ancora tutto da sciogliere il nodo del premio assegnato alla lista, che Forza Italia pretende sia invece destinato alla coalizione «cosa che per noi è vitale», dicono dal Plebiscito.
Ma i segnali che il dialogo continua sottotraccia ci sono tutti, e non solo con Renzi. Ieri, a difendere la norma ribattezzata dai critici «salva-Cavaliere» è sceso in campo il ministro Angelino Alfano: «Una cosa giusta diventa sbagliata solo perché riguarda anche Silvio Berlusconi?», il suo assist.