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 2015  gennaio 08 Giovedì calendario

Angela Merkel è volata a Londra per convincere David Cameron a evitare l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea se nel 2017 il Paese andrà al referendum. La una nuova stagione della Cancelliera tedesca: riflessiva e non ideologica come sempre ma più che mai consapevole del ruolo crescente della Germania in Europa e nel mondo

Per amore o per forza (vedremo), Angela Merkel è su una traiettoria di leadership sempre più alta. Al punto da fare pensare a una nuova stagione della cancelliera tedesca: riflessiva e non ideologica come sempre ma più che mai consapevole del ruolo crescente della Germania in Europa e nel mondo. Il suo viaggio di ieri a Londra, dove ha incontrato il primo ministro David Cameron, è pienamente in questa evoluzione che da qualche tempo si sta dispiegando.
Con il capo del governo britannico, Frau Merkel ha discusso soprattutto di due questioni che riempiranno la vita politica internazionale per mesi. La prima, programmata da tempo, riguarda l’Europa e la cosiddetta «Brexit», la possibile uscita del Regno Unito dalla Ue se nel 2017 il Paese andrà al referendum per prendere una decisione. Il primo momento importante di questa lunga partita a scacchi sarà il prossimo maggio, elezioni generali in Gran Bretagna. Il partito “indipendentista” anti-Ue, Ukip, è forte nei sondaggi (secondo, dopo i Conservatori di Cameron) e sta spingendo parti della politica di Londra verso una posizione dura con Bruxelles.
La signora Merkel ritiene la Brexit una catastrofe per l’Europa (oltre che per il Regno Unito). Ieri ha fatto sapere di essere favorevole a una serie di riforme dell’Unione europea che vadano nella direzione chiesta da Cameron: meno burocrazia, più apertura, più competizione, meno debiti pubblici. Cambiamenti che aiuterebbero il premier britannico a convincere i cittadini a rimanere nella Ue (e sui quali la cancelliera tedesca è d’accordo comunque). Ma Frau Merkel ha anche avvertito Cameron che una riscrittura dei Trattati europei – strada preferita da Londra – non è nelle carte. In altri termini, la leader tedesca vuole avere un ruolo di guida, ancora più che di mediazione, per evitare il trauma dell’uscita di Londra dalla Ue e per usare questo passaggio a favore di alcune riforme.
Sotto i colpi della cronaca drammatica proveniente da Parigi, però, i due hanno discusso anche di terrorismo e di rapporti con l’Islam, tema che quasi certamente sarà il primo dell’agenda del vertice del G7, quest’anno presieduto proprio dalla Germania, che si terrà in Baviera il prossimo giugno. Sull’atteggiamento che i governi europei devono tenere nei confronti dell’immigrazione islamica la cancelliera ha messo in mostra, nel suo discorso di fine 2014, un altro pezzo di leadership. Si è schierata in prima fila contro le posizioni xenofobe che anche in Germania si stanno manifestando, soprattutto contro le manifestazioni anti-islamiche organizzate dal movimento Pegida a Dresda e in numerose altre città.
Certo, l’attentato di ieri alla redazione parigina di Charlie Hebdo è un colpo alla linea Merkel: ma difficilmente le farà cambiare posizione sulla necessità di non cercare lo scontro etnico-religioso e di non rincorrere i movimenti xenofobi. Leadership che è valida per la Germania ma è significativa anche per molti partiti che, in tutta Europa, sulla questione non mostrano nervi saldi.
L’esempio più evidente di “Nuova Merkel”, però, è quello che si è visto nei mesi scorsi nei confronti della Russia di Putin. La cancelliera, da sempre aperta verso Mosca, dopo l’annessione della Crimea è stata durissima e ha sostenuto senza incertezze le sanzioni contro il Cremlino nonostante che le imprese tedesche ne siano pesantemente colpite. Soprattutto, è riuscita a tenere unita l’Europa che partiva divisa tra i Paesi ex socialisti – quasi tutti duri e inflessibili con Mosca – e altri più sensibili al business con la Russia – ad esempio l’Italia.
Prossimo test, la gestione del caso greco se alle elezioni del 25 gennaio vincesse nettamente Syriza, la formazione anti-euro di Alexis Tsipras: Berlino sta cercando una strategia per evitare, in quel caso, spaccature nell’Eurozona. Grandi visioni, forse, non usciranno mai da Angela Merkel. Ma la sua leadership crescente è una buona notizia.