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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

Qualcosa non funziona più nella Juve. Prima la doppia rimonta del Napoli in coppa, adesso quest’altra dell’Inter. Continua dunque, con un solo punto di margine, il testa a testa con la Roma, così come continua l’attesa, messianica, delle tecnologie del terzo millennio

Per un’ora e passa era sembrato il fu derby d’Italia, tale e tanta era stata la superiorità della Juventus. Poi è bastato un lampo dell’Inter, firmato dalla bestia nera Icardi con la complicità di una troppo frettolosa uscita di Buffon.
E si è capito il perché di quest’etichetta antica ma sempre attuale. Perché da lì in poi la Juve si è smarrita in maniera persino imbarazzante, e nel finale è stata l’Inter ad andare più vicina, molto più vicina al gol della vittoria che ancora Icardi ha sprecato per puro egoismo, e buon per lui che al solissimo Osvaldo qualcuno l’abbia levato dalle mani.
Qualcosa non funziona più nella Juve. Prima la doppia rimonta del Napoli in coppa, adesso quest’altra dell’Inter. Non funziona sottorete, innanzitutto, perché una superiorità così netta va tradotta in gol senza troppo badare all’estetica, alla giocata sopraffina negli ultimi sedici metri. Ma non funziona nell’impianto in generale, e nella trequarti difensiva in particolare, se partite che sembrano chiuse vengono invece riaperte da una semplice verticalizzazione, a Doha su Higuain e stavolta su Icardi. E non funziona soprattutto da un punto di vista psicologico, perché tanto la squadra è spavalda sino a che riesce a mantenere l’iniziativa con il punteggio a favore, tanto diventa fragile non appena gli avversari riescono a colpirla. Il pareggio dell’Inter è arrivato a quasi mezzora dalla fine, e la giusta espulsione di Kovacic ha regalato ai bianconeri un finale in superiorità numerica. Ma subìto il gol, subìta l’onta del gol, la Juve non è più stata capace di riorganizzarsi, di ragionare, di rimettere a frutto una oggettiva superiorità tecnica. Ed è questo, alla fine, l’aspetto davvero più preoccupante.
Continua dunque, con un solo punto di margine, il testa a testa con la Roma, così come continua l’attesa, messianica, delle tecnologie del terzo millennio. Che non è la moviola, strumento (infernale) del secolo scorso, ma l’instant-replay, capace di stabilire nel giro di qualche secondo e senza possibilità di errore se un pallone ha varcato o meno la linea fatale. Per esempio, è successo o non è successo alle 12,47 di ieri sul meridiano di Udine? Non lo sapremo mai. Quel che sappiamo è che il succedaneo dell’instant-replay, che sarebbe poi il giudice di porta, è stato smentito dall’arbitro Guida. E visto che quello è il suo (principale) compito, la domanda è: ma allora che ci sta a fare? Sta girando discretamente bene alla Roma, da qualche tempo a questa parte. In più ha ritrovato un grande giocatore come Strootman, e ha cominciato a intravvedere qualche lampo di Iturbe. Poche tracce di Totti, una gran Lazio alle porte: ma la Juve, questa Juve improvvisamente destabilizzata va a Napoli, e insomma è ancora lunga, molto lunga la strada.