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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

Rampollo nullafacente uccide il padre, un finanziere di Wall Street, perché gli aveva tagliato di 100 dollari la paghetta. È successo a Manhattan

È l’incubo di molti padri che hanno fatto fortuna: un figlio viziato, ribelle, con poca voglia di lavorare, seguito poco e male dai genitori, che si mette nei guai commettendo qualche grave reato. Un incubo divenuto tragica realtà, domenica scorsa, nel cuore di Manhattan, dove Thomas Gilbert, 70enne gestore di «hedge fund», è stato assassinato dal figlio, al quale aveva dato il suo stesso nome: era infuriato perché il padre gli aveva tagliato di 100 dollari la «paghetta» che continuava a versargli mensilmente. Anche se Thomas Junior, che pure si era laureato a Princeton, aveva ormai più di trent’anni.
Bell’aspetto e fama di rubacuori, il giovane Gilbert è da anni una presenza fissa alle feste dei rampolli dei finanzieri di Wall Street e sulle spiagge degli Hampton, a Long Island. Abituato a passare gran parte del suo tempo tra palestre, sedute di yoga e uscite in mare, in windsurf, anche d’inverno, Thomas raccontava alle sue fidanzate di aver aperto un suo «hedge fund», sulle orme del padre. L’ultima, Anna Rothschild, che lo ha lasciato nel maggio scorso, ha raccontato agli inquirenti che nei quattro mesi nei quali ha vissuto con lui, nessuno si era fatto avanti per investire nel fondo di Thomas. Un ragazzo che aveva anche problemi mentali: soffriva di ossessioni compulsive e da tempo aveva smesso di prendere i farmaci che gli erano stati prescritti.
Il figlio del finanziere era già finito nel mirino degli investigatori qualche tempo fa: era il principale sospettato per il rogo di una villa storica di East Hampton di proprietà di un banchiere della Lazard il cui figlio si era scontrato con Thomas Gilbert jr per una questione di donne. Il giorno dopo Peter Smith aveva scoperto che il suo cane era stato ucciso; poi il rogo della casa paterna.
Gilbert Senior continuava a mantenere questo figlio nullafacente, ma lo incalzava: cercava di ridestare il suo orgoglio ma, minacciando di ridurgli l’appannaggio mensile, aveva finito per alimentare solo i suoi istinti omicidi. Titolare di Wainscott Capital, un fondo di dimensioni piuttosto limitate (appena 20 milioni di dollari di mezzi amministrati) fondato nel 2011, il padre pagava ma criticava aspramente il figlio già da anni.
Quando ha deciso di ridurre di 100 dollari il versamento mensile (2.400 dollari per l’affitto di casa più 600 per le spese generali), la rabbia fredda di Thomas Jr è diventata rabbia omicida: è arrivato alla Beekman Tower, la torre di mattoni di fronte al «palazzo di vetro» dell’Onu dove vivono i genitori, accolto dalla madre, felice di vederlo dopo cinque mesi di silenzio assoluto.
Voleva cucinare qualcosa per il figlio, ma lui, che evidentemente voleva allontanarla, le ha chiesto di comprargli un sandwich, aggiungendo di voler parlare a quattr’occhi col padre. Quando è rientrata in casa il figlio non c’era più e il marito era a letto, già cadavere, con una pallottola nel cranio. Thomas jr, una persona con ogni probabilità mentalmente disturbata, ha tentato di cancellare le prove in modo puerile: ha lasciato l’arma del delitto, una Glock calibro 40, sul petto della vittima, provando a simulare un suicidio. I «detective» hanno impiegato pochi minuti per scoprire la montatura. Sono andati subito nella sua abitazione, sulla 18esima strada, dove l’hanno trovato intento a riempire una borsa. Forse stava pensando a una fuga, ma senza fretta. Ed è bastata una rapida perquisizione per trovare proiettili, caricatori e la scatola con lo stesso numero di serie dell’arma del delitto.
Massimo Gaggi