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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

Bitcoin, anche la moneta virtuale è in crisi. Bitstamp, la più grande piattaforma di scambio europeo, è andata in tilt: ha perso oltre il 70 % in un anno. Si parla di cyber-furto

La bolla è scoppiata da un pezzo. Ma sul futuro dei Bitcoin, un vero e proprio rebus, si affacciano nuove paure: ieri, a quasi un anno dal crac rovinoso di Mt Gox, costato 450 milioni, è andata in tilt la più grande piattaforma di scambio europea, Bitstamp.
La «Borsa della cyber-moneta», che ha sedi in Slovenia e Gran Bretagna, è nel caos: conti bloccati, depositi paralizzati, l’equivalente di cinque milioni di euro spariti nel nulla. «Stiamo lavorando per ripristinare il servizio», taglia corto su Twitter Nejc Kodric, fondatore e amministratore delegato di Bitstamp, che ha annunciato un’inchiesta interna per scoprire dove sia finito il denaro e rassicurato i «correntisti». Le riserve, ha spiegato, sono al sicuro, su un server scollegato dal Web.
Rischi in aumento
Al momento, la pista più probabile è un gigantesco cyber-furto: non sarebbe la prima volta, e i report dell’agenzia per la sicurezza informatica Enisa lasciano prevedere un’escalation. «Basta una sufficiente capacità informatica» per mettere in ginocchio, e «in modo anonimo», il mondo dei Bitcoin, spiegano dall’Autorità bancaria europea, da sempre scettica sulla criptomoneta. Perché, si legge in un rapporto di oltre 45 pagine, sebbene ci siano «alcuni benefici potenziali, fra cui transazioni più facili e veloci e l’inclusione finanziaria», al momento «i rischi superano i benefici».
L’anno nero
Il Bitcoin a fine 2013 è volato per la prima volta sopra i 1.200 dollari, prima di crollare sotto i 500 dollari. Una tempesta scatenata dal «furto» di 850.000 pezzi sul mercato Mt Gox, per un valore di 345 milioni di euro. La corsa al ribasso, però, è proseguita: oggi il Bitcoin è scambiato a 275 dollari e negli ultimi dodici mesi è la valuta che ha perso di più, riuscendo a fare peggio dell’Hryvnia ucraina e del rublo.
La scommessa
Eppure qualcuno disposto a scommettere sulla moneta invisibile c’è: Microsoft ha appena annunciato che la accetterà per i pagamenti, mentre eBay sta allestendo una categoria del suo sito dedicata allo scambio di valute virtuali, in cui saranno accettate anche altre divise digitali emergenti come i Coinyes e i dogecoins. Nel mondo «reale», invece, la cyber-banconota non è riuscita a decollare. Difficile possa farlo adesso.