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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

Frank Van den Bleeken non morirà. L’eutanasia per lo stupratore seriale belga è stata sospesa. Sarà curato in una clinica

Frank Van den Bleeken, l’ergastolano belga che da trent’anni è in carcere per stupro e omicidio, non avrà la pena di morte, chiesta con convinzione e, sinora, ottenuta. In settembre la magistratura lo ha autorizzato a farsi uccidere ricorrendo all’eutanasia per porre un termine alle «turbe dolorose» di cui soffre da tempo, decisione confermata ancora la scorsa settimana. Poi il cambio di rotta, repentino e inatteso. Il ministro della Giustizia Koes Geens ha ascoltato il parere dei medici e bloccato la procedura, così l’uomo sarà ora trasferito a Gand, in una struttura psichiatrica delle Fiandre specializzata in lungodegenti dove, si ritiene, potrà condurre una «vita qualitativamente decente».
In ospedale psichiatrico
È un caso che ha fatto scalpore e altro ne alimenterà. In Belgio l’eutanasia è legale da una decina d’anni e, recentemente, s’è votato di consentire – in determinate circostanze – la «dolce morte» anche ai minori. Van den Bleeken, 52 anni, l’aveva invocata per «salvarsi dalla dannazione in terra», dai disturbi provocatagli dal carcere in cui è finito per avere violentato e ucciso una ragazza di 19 anni nel porto di Anversa, la vittima più sfortunata di una lunga serie di donne aggredite e stuprate, ai margini del quartiere a luci rosse dove lavorava.
Violenze e omicidi
Un’infanzia bruciata, la sua, passata in un istituto per malattie mentali dove fu oggetto di abusi d’ogni sorta. Si è professato malato finale e incurabile. Ha avviato una battaglia legale per poter morire e l’ha vinta. Quasi. L’11 gennaio avrebbero dovuto subire un’iniezione letale in un istituto di Bruges e rendersi al Creatore. Ma non tutti si sono arresi all’evidenza. La Lega dei Diritti dell’Uomo ha criticato il silenzio assenso delle autorità politiche federali, sottolineando come la richiesta di eutanasia fosse la conseguenze dell’incapacità dello Stato a gestire detenuti con gravi problemi mentali. Lo stop di ieri calma almeno questa polemica, anche se non certo quella fra i pro e contro l’eutanasia. Van den Bleeken, comunque, ha intenzione di ricorrere contro la decisione. Morire, vuole. Nient’altro che morire.