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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

Renzi? «Sarebbe da impiccare. Avete presente la cosa che si fa su un albero, attaccando la corda? Ecco, quella». Queste le parole del senatore dei Cinque Stelle Michele Giarrusso alla Zanzara. E i democratici insorgono

«Sarebbe da impiccare». E giusto per non lasciare spazio ai dubbi, l’aggiunta didascalica: «Avete presente la cosa che si fa su un albero, attaccando la corda? Ecco, quella». Sono state parole violente quelle che il senatore dei Cinque Stelle Michele Giarrusso ha voluto riservare a Matteo Renzi. Lunedì il parlamentare siciliano si è lasciato coinvolgere dall’atmosfera pirotecnica della trasmissione La zanzara su Radio 24, da sempre arena verbale senza troppi distinguo e si è lanciato in un’invettiva contro il premier che ha provocato una levata di scudi da parte di mezzo Pd.
«Una scemenza», «vergogna», «si dimetta»: dal Nazareno la reazione è stata furibonda. Più o meno come quella volta, giusto un anno fa, che il deputato bresciano Giorgio Sorial, fedelissimo di Grillo, si spinse a definire il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «un boia».
Anche Giarrusso attacca a testa bassa. Basta riascoltare il nastro della puntata. «Renzi è uno che non ha mai lavorato un giorno in vita sua e non ditemi che lavorare a casa del papà dove tutti sono precari tranne lui che è entrato come dirigente significa lavorare sul serio. Questo se ne va in vacanza con un aereo da 9 mila euro all’ora (il riferimento è al volo di Stato utilizzato per andare in vacanza a Courmayeur con la famiglia, ndr ) con i nostri soldi e pontifica sui fannulloni».
Il parlamentare del Movimento 5 Stelle affonda il colpo: «Se non fosse una situazione tragica ci sarebbe da ridere. E poi cerca di salvare il suo complice Berlusconi. Sarebbe da impiccare veramente, la gente è molto arrabbiata». E quando perde la pazienza, conclude, ricorrere alla violenza potrebbe essere inevitabile.
«Ecco che arriva la scemenza della giornata» commenta piccato il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, che usa l’hashtag: #senza vergogna. Si aggiungono subito altri esponenti del partito. Come il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini: «Il senatore Giarrusso può fare due cose: chiedere scusa o dimettersi». «Pensavamo di aver visto tutto – sottolinea l’altro vicesegretario Debora Serracchiani – quando la Lega ha agitato il cappio in Parlamento, ma le parole del senatore Giarrusso esprimono una subcultura e una mancanza di autocontrollo più inquietanti».
L’europarlamentare Pina Picierno ricorre alla storia: «D’altronde, se Caligola aveva nominato senatore un cavallo, non è così sorprendente che Giarrusso sia in Senato». E la deputata Lorenza Bonaccorsi chiama in causa il leader: «Il delirio forcaiolo di Grillo non ha più limiti». Un riferimento non casuale se solo pochi giorni fa, la sera di Capodanno, sulla web tv del Movimento era stato pubblicato un video, una scena tratta dal film Pulp Fiction, in cui un malcapitato (con il volto di Renzi, grazie a un montaggio) veniva crivellato di colpi di pistola.