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 2015  gennaio 06 Martedì calendario

«L’inchiesta sul viadotto crollato sarà breve». Lo dice Alfredo Morvillo, capo della procura di Termini Imerese. L’ipotesi di reato è di disastro colposo. Non ci sono ancora indagati, ma a breve potrebbero scattare i primi avvisi

Sequestro della strada crollata. E sequestro di tutti gli atti legati alla sua costruzione, dai rilievi sul terreno al certificato di agibilità, passando per i progetti, gli appalti, i collaudi. La procura di Termini Imerese, guidata da Alfredo Morvillo, fa scattare i primi atti dell’inchiesta sul cedimento clamoroso del tratto di statale di collegamento tra Palermo e Agrigento inaugurato il 23 dicembre e crollato prima di Capodanno. L’ipotesi di reato è di disastro colposo. Non ci sono ancora indagati, ma a breve potrebbero scattare i primi avvisi. «L’inchiesta – si limita ad aggiungere Morvillo – sarà breve».
Le polemiche politiche
Immediate, invece, le polemiche. Nel mirino ci sono l’Anas e, soprattutto, il raggruppamento di imprese che ha realizzato i lavori, composto dalle cooperative rosse Cmc e Ccc e dalla catanese Tecnis. Maurizio Gasparri, il vice presidente del Senato, ci va giù duro: «L’ultima vergogna delle coop rosse, protette da regole vantaggiose imposte da sempre dalla sinistra politica». Pronta la replica del presidente di Legacoop, Mauro Lusetti: «Gasparri parla di cose che evidentemente non conosce. Una delle aziende, tra l’altro, ha subito pesanti minacce terroristiche per i lavori alla Tav». E non è finita. Attacchi arrivano anche dal Movimento Cinque Stelle che se la prende direttamente con il governo. Alberto Airola, il capogruppo al Senato, chiede la testa dell ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi: «Deve dimettersi».
La patata è diventata bollente. Tanto che il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, domani arriverà in Sicilia per verificare con i suoi occhi che cosa sia successo. «Non lasceremo niente di intentato per individuare i responsabili», dice.
Tecnici sulle carte
Tutti i tecnici coinvolti sono chini sui progetti e sulle carte, giorno e notte, per capire che cosa è andato storto. Per riesaminare le indagini geologiche, i calcoli per la costruzione, le forniture, i materiali utilizzati. E per spiegare come non sia stata prevista la possibilità di quel cedimento del terreno e del conseguente scivolamento a valle del tratto di strada: circa cinquanta metri nuovi di zecca diventati un attimo un percorso di guerra. Al momento nessuno sa spiegarlo. Tutti invece si affrettano a chiarire che a cedere non è stato il viadotto ma «quel che tecnicamente si chiama rilevato, cioè il tratto rialzato rispetto al piano di campagna che immette sul viadotto, alto circa 6-7 metri», come spiega Ciucci. Ma certo è che quel tassello del gigante crollato «in modo inaspettato» getta un’ombra sull’intero appalto: 200 milioni di euro assegnati per realizzare 34 chilometri che comprendono «una galleria artificiale, 5 nuovi viadotti, 12 svincoli, oltre a interventi di restauro, miglioramento sismico e adeguamento di 16 viadotti e ponti esistenti», come elenca orgogliosamente il raggruppamento di imprese sul suo sito web. Ciucci ridimensiona il danno («Roba da poche centinaia di migliaia di euro, e nessun onere a carico di Anas», dice) ma la procura va dritta come un treno. «L’inchiesta sarà breve», assicura Morvillo.