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 2015  gennaio 06 Martedì calendario

Norman Atlantic, i greci non collaborano alle indagini. «Non mandano gli atti necessari né dannoil numero ufficiale di morti e dispersi». La Procura di Bari fa fatica a procedere nelle indagini

Otto giorni dopo, senza un numero ufficiale di vittime e senza essere in grado di restituire le 9 salme riconosciute ai familiari. Nemmeno ora che è attraccata in un porto la Norman Atlantic riesce ad avere pace. La Procura di Bari sta procedendo con fatica alla realizzazione di atti formali fondamentali per il prosieguo di un’inchiesta che invece, sul piano sostanziale, procede spedita. Ieri il procuratore Volpe non ha usato mezze parole: «Purtroppo non abbiamo aggiornamenti ufficiali sul numero di vittime e dispersi, perché ancora una volta abbiamo constatato una difficoltà nella comunicazione con la Grecia». Non sono riusciti a notificare «gli atti indispensabili perché si potesse questa mattina procedere al conferimento dell’incarico ai periti che dovevano effettuare le autopsie».
Le istituzioni elleniche non danno indirizzi o indicazione corrette. E così le autopsie sono da rimandare di una settimana con i parenti delle vittime e dei dispersi indignati. «Vogliamo fare i funerali che meritano», dicono.
Al momento non esistono numeri ufficiali: 9 vittime riconosciute, 2 cadaveri avvistati e non recuperati, un numero che va dai 10 ai 18 dispersi. Più i 9 clandestini che sarebbero stati a bordo – secondo il racconto dei tre siriani sbarcati a Bari – e che invece non sono mai scesi. Ma sono solo ipotesi, nulla di ufficiale. Ieri Volpe ha annunciato la decisione di non trainare il relitto nel porto di Bari. Rimarrà a Brindisi. Troppo pericoloso riportarlo in mare aperto, hanno spiegato i tecnici del Registro navale. «Il relitto – spiega il procuratore – non dovrebbe correre rischi se non verrà rimosso». A bordo c’è ancora fuoco e la nave è leggermente inclinata, quindi la capacità di navigazione non è scontata. Il traghetto sarà comunque spostato, rimanendo a Brindisi, per consentire di «tagliare il portellone di poppa ed estrarre i veicoli per farli dettagliatamente analizzare dai tecnici e dai medici legali».
Le ispezioni sono continuate anche ieri: si fa strada l’ipotesi del cortocircuito dei camion attaccati alla rete elettrica. Mentre dalla Grecia puntano il dito contro l’Autorità portuale di Igoumenitsa: «Il traghetto non doveva partire», dicono segnalando anche come alcuni elicotteri dei soccorritori ellenici erano fuori uso. Tre passeggeri greci, difesi dall’avvocato Gabrielli, hanno presentato denuncia con un racconto agghiacciante dell’incendio a bordo: «Scene infernali» dicono chiedendo che venga verificato se c’è stato l’ammutinamento dell’equipaggio con l’abbandono della nave.