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 2015  gennaio 06 Martedì calendario

La morte costa caro e il funerale diventa low cost. All’outlet, la cerimonia completa a partire da 1.449 euro

In questi giorni di saldi chissà quanti stanno valutando se comprare quelle scarpe, quella giacca, quella sciarpa adocchiata nelle vetrine – no la sciarpa no, ve l’hanno appioppata a Natale come ogni anno – ma bisogna tenere stretta la cinghia, la crisi mica è finita, anche con i saldi non bisogna indulgere a una vita da cicala ma pensare al futuro e al giorno luttuoso in cui non ci sarà che il passato: anche morire costa. «Vita da cicala? Tanto poi c’è l’outlet. Funerali completi da 1.449 euro». Basta alzare un po’ lo sguardo meditabondo – la compro o non la compro la giacca? E le scarpe? – dopo essere saliti su un vagone della metro a Milano, ed ecco che la decisione diventa più facile: scialacquiamo, che ci frega, viviamo al massimo come Vasco, tanto poi c’è l’outlet del funerale. Il messaggio pubblicitario è stampato accanto alle porte del vagone, vicino all’avviso su cosa fare in caso d’emergenza, collocazione intelligentissima visto che siamo arrivati pure all’outlet del funerale, col suo bel numero verde (consiglieremmo di cambiarlo in numero nero, andare a un funerale in verde può dare luogo a equivoci di vario genere) e che, con la mortifera gelida mano del beccamorto all’ingrosso, ci rassicura: «Compra i mocassini testa di moro, compra la giacca di tweed o pied de poule, tanto non rischierai di essere sepolto in una fossa comune come Mozart, vittima di un funerale di terza classe da 8 fiorini spicci, una roba da miserabili, noi ti garantiamo un funerale completo a meno di 1500 euro, infatti sono 1449». Che classe: anche l’astuzia psicologica di approssimarsi col 9 che non fa scattare la cifra tonda superiore, un trucco da verdurai sull’autostrada che, da quando li vedevamo nella nostra infanzia, non abbiamo mai smesso di ammirare. E poi che vuoi star lì a cavillare sul perché l’annuncio dell’outlet tombale premurosamente ti offra un «funerale completo», ohibò, che si può anche risparmiare con uno incompleto? Una mezza sepoltura? Un po’ in terra consacrata un po’ nel giardino del vicino? O mi segate a metà e il residuo lo vendiamo per debellare la fame nel mondo? Oh non vi impermalite, esimi signori becchini, se facciamo un po’ di humour nero, il vostro annuncio in fatto di spiritosaggine macabra batte qualunque nostra freddura. Ed è giusto un gelo che ci cola per la spina dorsale, a leggere che l’austerity, questa epidemia di follia che da tanti anni devasta la nostra bella Europa un tempo così generosa, ci inseguirà fino dopo le porte dell’Ade. Lo diremo a Plutone, il dio dei morti, che abbiamo speso poco per sistemarci nella cassa e arrivare al suo cospetto, che non abbiamo lasciato incombenze gravose ai nostri parenti, che siamo stati calati nella fossa in linea con i parametri economici e il patto di stabilità. Certo, prima abbiamo fatto la «vita da cicala», ma che vuoi cicaleggiare, con quel poco che ci restava in tasca da vivi. E così l’annuncio dell’outlet del funerale è la versione piccolo, anzi, minuscolo-borghese dello stile di vita di certi riccastri svergognati, che si sono mangiati una fortuna in bagordi lussureggianti e hanno saputo tirare le cuoia al momento giusto per pagarsi regolari esequie senza lasciare il becco d’un quattrino agli eventuali eredi. Anche per l’italiano medio, come per quegli immorali dissipatori, funerale completo discount, magari la cassa non sarà in mogano, sarà in legno di pero, pure truciolato va bene, non che a quel punto si sentirà la differenza, si starà comodi e serviti lo stesso. E i fiori? I fiori ci vogliono, sennò che funerale «completo» è. Forse è bene non aspettarsi troppo, purché non si riciclino le corone di agrifoglio e vischio di Natale: sarebbe quantomeno blasfemo onorare la morte di un poveretto con le ghirlande che ricordano la nascita del Messia, benché appassite. Scherziamo, ma con la morte non si scherza, anche se è l’unico modo di non pensare troppo a quel numero verde che è in realtà nero. Però chi ce l’avrebbe detto, quando l’Europa si univa, nasceva la moneta comune, che con 1.449 pezzi di quella moneta ci sarebbe stato venduto il funerale, con un invito a vivere disperatamente tutti i giorni che l’avessero preceduto, come se non ci fosse un domani, come se fossimo già sepolti vivi e a quel punto è chiaro che poi il funerale completo costa poco: il grosso del lavoro è già stato fatto.