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 2015  gennaio 06 Martedì calendario

Regali dal futuro. Al Las Vegas Convention Center il il Consumer Electronics Show. Vestiremo abiti che non fanno sudare, con un gesto faremo partire il bollitore o l’aspirapolvere e guarderemo la tv 4K. Altro che 3D...

Benvenuti nel futuro. Almeno come l’hanno immaginato i 3.500 espositori e più che da stamane esporranno merci, idee e speranze nel Las Vegas Convention Center, immenso eppur insufficiente ad accogliere gli espositori del Ces, il Consumer Electronics Show,  che ha ormai invaso anche i saloni del Venetian Hotel. Benvenuti alla fiera dei top e dei flop. Già, perché anche colossi come Microsoft o Lenovo possono assaporare l’insuccesso in questa parata di tecnologia. È accaduto nel 2010, quando i due big hanno lanciato con entusiasmo e senza badare a spese i loro tablet. Meno di due mesi dopo saltò fuori l’iPad di Steve Jobs. E i tablet finirono in magazzino. Anche Apple, però, ha dovuto subire la dura legge del Ces: i tanto attesi smart watches finora non hanno sfondato. Al pari dei Google Glasses o di altri oggetti tecnologici da indossare. Ma le aziende insistono: quest’anno i padiglioni dedicati agli orologi intelligenti, ai vestiti che rilasciano medicine o segnalano il consumo di calorie occupano spazi quattro volte superiori all’anno passato. E le previsioni parlano di quasi 11 milioni di pezzi da vendere nel 2015: sembrano tanti, ma il numero impallidisce di fronte ai 61 milioni di smartphone venduti da Xiaomi, il produttore cinese che si è imposto con i suoi mobile a prezzi quasi stracciati. Questi numeri servono a capire lo spirito di questa edizione. Certo, ormai Las Vegas è la tappa obbligata per entrare nel settore, come dimostra il boom delle start up, 375 in tutto (+59%). Ma i grandi, più che presentare novità rivoluzionarie, vogliono sfruttare l’esposizione per favorire le vendite di 3d, Internet delle cose, tecnologia da indossare e altre idee sfornate nel recente passato che non hanno ancora sfondato tra i consumatori. Col risultato che gli smartphone, sofisticati o cheap, rappresentano ancor oggi un terzo abbondante del giro d’affari (1.025 miliardi di dollari) del settore. Un’attività all’apparenza in buona salute, visto che le vendite salgono del 28%, ma che desta qualche preoccupazione: a causa della concorrenza dei cinesi, il prezzo medio di uno smartphone è sceso in cinque anni da 440 a 275 dollari. Una brutta notizia per chi è abituato a profitti a due cifre. Insomma, si tratta di trovare la nuova Big thing un po’ ovunque. Anche in quella che era considerata la old economy, cioè l’auto presente quest’anno in grande forza: 10 i gruppi a quattro ruote presenti, compresa Volkswagen. Sono loro tra i clienti più corteggiati da Nvidia o Qualcomm, pronti a trasferire nelle auto i prodotti sperimentati in Apple. Ancor più importante, la vecchia tv. Basta con gli schermi 3d. A farla da padroni sono gli schermi 4K, ad ultra alta definizione, con una risoluzione quattro volte superiore agli schermi oggi in commercio. Le nuove tv si connettono direttamente ad Amazon o a Netflix senza bisogno di decoder o black box necessarie per la tv di Apple. Ma, secondo gli esperti, la vera rivoluzione riguarda il prezzo: grazie al sostegno di Netflix, i produttori (compresa Lg) intendono lanciare il nuovo prodotto a un prezzo di mille dollari o anche meno per conquistare subito la leadership di mercato. Non mancano però le novità per sognare. A partire dal confronto tra realtà virtuale, campo d’eccellenza di Oculus, la start up avveniristica acquisita da Facebook e la realtà aumentata, terreno in cui operano i Google Glass. L’esperienza da brivido la garantisce l’inglese Altspace, che si presenta in Fiera con un apparecchio che, calzato in testa, consente di rivivere un concerto di Paul Mc Carteny stando al fianco dell’ex Beatle. Ovvero di assistere (e partecipare) ad una battaglia del Signore degli Anelli. Meno avveniristico, ma all’insegna dell’utilità, l’Internet delle cose: Reemo e Myo offrono soluzioni «comode» per la casa. Basta un gesto per far partire il bollitore, l’aspirapolvere o governare i lavori domestici. Anche su questo terreno si sfidano aziende hi-tech come Intel e Samsung con produttori tradizionali, come Bosch. La vera difficoltà, qui come in altri comparti, consiste nel combinare assieme controllo a distanza e privacy. Vasta offerta per gli articoli sportivi o per il controllo della salute (dal diabete al numero di calorie consumate). Tra i settori di maggior successo i toolls dedicato ai quattro zampe: ormai sarà in pratica impossibile non localizzarli. L’ultima frontiera è l’incrocio tra moda e tecnologia. Finora non ha prodotto grandi frutti l’alleanza tra grandi orologiai e produttori hi tech. Qualche progresso si registra con gli accessori per lo sport: Under Armour, emergente nell’indumento sportivo, promette di sorprendere i visitatori di Las Vegas con la sfilata delle Girls Scouts of America, vestite (o svestite) con abiti che non fanno sudare.