Corriere della Sera, 5 gennaio 2015
Nancy, la figlia di Cameron andrà alla scuola stato. Samantha e David, hanno voltato pagina e detto no a quei college esclusivi dai quali loro stessi sono usciti
«Non siamo imbecilli». Ha avvertito Tatler, la rivista più ricercata della moda e del costume, il vangelo del gossip elegante, il faro sui salotti e sull’aristocrazia. «Sappiamo che Tatler è l’ultimo posto dove potreste aspettarvi di trovare una guida alle scuole di Stato».
Vero, non l’avevano fatto molte volte, riservandosi il gusto di elencare puntualmente la «crème de la crème» delle private, da Eton in giù. Ma, dallo scorso anno e pure questo, il vento è cambiato e persino Tatler ha deciso che l’educazione pubblica non è poi tutta da mandare al rogo nel Regno Unito. E che anche nel pubblico si può studiare bene. Dipende da che cosa si sceglie.
È difficile pensare che Samantha e David Cameron, uscito dal top (Eton) delle «independent» e «boarding school», ovvero i collegi esclusivi con retta di vitto e alloggio a parecchi zeri, abbiano usato Tatler come bussola per indirizzare la loro figlia Nancy alla vigilia del suo passaggio alla media secondaria.
Ma i Cameron hanno voltato pagina e «tradito» una delle consuetudini degli illustri inquilini di Downing Street, di marca conservatrice. Sarà il primo (sottolinea il Mail ), fra i premier tory della storia, a spedire una ragazza o un ragazzo in una scuola di Stato.
Addio vecchi e consolidati pregiudizi. Dicono i giornali londinesi che i Cameron abbiano optato per la «Grey Coat Hospital Academy» (nella lista di Tatler ), un’istituzione a Westminster di tutto rispetto, fondata nel 1698, per sole femmine, vi si insegnano greco e latino, divisa grigia obbligatoria per le 150 iscritte per la maggior parte di minoranze etniche e per un terzo con l’inglese come seconda lingua. I Cameron l’hanno visitata, come pure la Holland Park School (sempre pubblica di primissima scelta) che Tatler ricorda per avere ospitato rampolli degli intellettuali di sinistra, ma non ufficializzano. In ogni caso Nancy non andrà in una privata. E se davvero sarà la «Grey Coat Academy», incontrerà Beatrice che lì è stata spedita da suo padre Michael Gove, ex ministro dell’Educazione, tory di ultradestra che ammira Gramsci. Bel modo di gettare acqua sulle rovinose polemiche che impazzano sull’elitismo delle private britanniche (2.600 scuole con 626 mila studenti, un crescente numero di frequentanti russi, cinesi e arabi, figli delle ricchezze internazionali che cercano prestigio ed esclusività) e le pubbliche, mal considerate e decadenti.
Certamente il «nome» delle private («diventate commodity comperate da benestanti stranieri» ha scritto la rivista conservatrice Spectator ) apre più facilmente le porte di Oxford e Cambridge. Ma anche lo Stato è in grado di garantire, eccome, istruzione di alta qualità. Una ricerca recente del «Sutton Trust» ha scoperto che cinque fra le migliori scuole del Regno mandano negli atenei più qualificati tanti studenti quanto 1.500 pubbliche messe assieme. Fra i cinque istituti, tre sono privati e due pubblici. Insomma, c’è l’élite privata. Ma anche l’élite di Stato,«12 primarie e 22 secondarie», secondo Tatler. Ciò che fa la differenza è la retta. Il sistema privato, ha calcolato sempre la rivista, nel corso di un ciclo scolastico completo arriva a costare 300 mila sterline (383 mila euro). «Le private sono realmente migliori?» si chiede allora Tatler che invita «a riporre il portafoglio» e risponde: «Non sempre e non più». E i Cameron sposano la linea.