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 2015  gennaio 02 Venerdì calendario

Corruzione, evasione, infrazioni... Tutti i record dell’Italia, il Paese europeo con più leggi e col più alto tasso di illegalità

 L’Italia è il Paese europeo col maggior numero di leggi e col più alto tasso di illegalità. È prima in Europa, nel G7 e nell’intero Occidente per corruzione percepita, al 69° posto fra le nazioni più virtuose (fonte Transparency International). La corruzione si mangia il 40% di ogni grande opera: solo l’alta velocità ferroviaria costa da noi una media di 61 milioni a km contro i 10,2 della Parigi-Lione, i 9,8 della Madrid-Siviglia e i 9,3 della Tokyo-Osaka (Commissione Ue). Abbiamo i cantieri più lenti d’Europa, con tempi allungati di un terzo negli ultimi cinque anni (Dps-Uver): ogni opera sopra i 100 milioni dura in media 14 anni.   La nostra evasione fiscale è la più alta d’Europa (la terza nel mondo, subito dopo Turchia e Messico), come pure la pressione fiscale (44%, la quarta dell’Eurozona, la prima per il suo aumento in base al Pil nell’ultimo decennio: nel 2002 era al 40,5). Ogni italiano evade in media 38 euro ogni 100: merito dei 10-11 milioni di evasori su 40 milioni di contribuenti, per almeno 180 miliardi sottratti ogni anno al fisco (Ocse-Corte dei conti). Un italiano su due dichiara meno di 15 mila euro, il 50% dell’Irpef la paga il 10% dei contribuenti e gli imprenditori risultano più poveri dei loro dipendenti. Il 40% delle imposte evase in tutt’Europa è made in Italy. Primato mondiale per il sommerso: l’economia in nero è il 21% di quella legale, 340 miliardi l’anno.   Ma niente paura: secondo l’Institut de criminologie et de droit penal, nel 2011 avevamo appena 156 detenuti per crimini economici e fiscali, contro gli 8.601 della Germania (55 volte in più): la media europea è 10 volte la nostra, col 4,1% di colletti bianchi in galera contro lo 0,4 dei nostri. Che sono 1/6 degli olandesi, 1/10 degli svedesi, inglesi e norvegesi, 1/11 dei finlandesi, 1/15 degli spagnoli, 1/22 dei turchi. E ci umiliano persino i paradisi fiscali di Montecarlo (23%) e Liechtenstein (38,6%).   Abbiamo servizi fra i più scadenti, ma siamo secondi in Europa per i rincari delle bollette: +19,1% nel 2014 (+324 pro capite). Ci batte solo la Spagna, ma l’anno prossimo vinciamo noi (la Cgia di Mestre prevede aumenti di acqua, trasporti, sanità e rifiuti per 677 euro a testa). Nei costi dei conti correnti bancari non ci supera nessuno: 350 euro l’anno contro i 114 della media dell’Unione europea.   Illegale il Paese, illegale lo Stato: l’Italia è prima in Europa per procedure d’infrazione Ue (ben 99), multe per trasposizione tardiva delle norme europee (36), reclami all’Ue di cittadini italiani contro il loro Stato (438) e frodi comunitarie. Siamo invece ultimi per aumento di turisti stranieri: cresciuti in tutta Europa (persino in Grecia e Lettonia), da noi sono calati dello 0,5% (-4,6 calcolando anche il crollo del turismo nazionale): il tutto, con il maggior patrimonio artistico e culturale del mondo.   Siamo ben piazzati anche sull’economia. In 20 anni abbiamo perso rispetto alla Germania 14 punti di Pil, che nel 2014 è sceso dello 0,4% (il Def di Renzi prevedeva un +0,8). Il debito pubblico, sotto il governo Renzi, è cresciuto di 80 miliardi in 10 mesi toccando i 2.140 miliardi (131,6% del Pil). Il deficit (che doveva scendere, nelle previsioni del premier, al 2,3%), è salito al 2,9. La produzione industriale è precipitata dell’1,2%. Intanto abbiamo smarrito altri 600 mila posti di lavoro: la disoccupazione, che Renzi aveva preso al 12,7%, ora è al 13,2 (quella giovanile è balzata dal 42,3 al 43,3). E meno male che siamo il paese più vecchio dell’Ocse (l’unico con più di un abitante su cinque over 65 e meno di uno su quattro under 25), col secondo peggior tasso di natalità d’Europa (8,5 bambini su mille abitanti, secondi solo al Portogallo) e con le peggiori politiche per le famiglie e le giovani coppie: sennò saremmo ancor più rovinati. Fortuna poi che molti giovani se ne vanno: 94.126 espatri solo nel 2013 (+ 28%).