La Stampa, 2 gennaio 2015
Pyongyang e Seul ricominciano a parlarsi. Il dittatore Kim Jong-un tende la mano alla Corea del Sud: «Non c’è alcuna ragione perché non si debbano tenere incontri di vertice, se l’atmosfera e le condizioni lo consentono»
«Mano tesa» all’arcinemica Corea del Sud: il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, con un improvviso colpo di teatro, ha compiuto un inatteso gesto distensivo nel discorso di Capodanno offrendo a Seul la riapertura del dialogo e anche un vertice fra i due presidenti, proprio mentre la tensione fra Pyongyang e Occidente era al culmine per il cyberattacco alla Sony che per alcuni giorni prima di Natale aveva ritardato la distribuzione nelle sale del film satirico «The Interview».
«Riteniamo possibile riaprire colloqui di alto livello e altri colloqui su questioni specifiche se la Corea del Sud sinceramente ha intenzione di migliorare le relazioni Nord-Sud attraverso il dialogo», ha dichiarato Kim in circa 30 minuti di discorso, rilanciato da tutti i media della repubblica comunista. E ancora: «Non c’è alcuna ragione perché non si debbano tenere incontri di vertice, se l’atmosfera e le condizioni lo consentano». Il leader, che ha comunque ribadito la politica delle «armi anzitutto», ha aggiunto come corollario che Seul e Washington devono abbandonare una volta per tutte le politiche «belliche» e «ostili» e i loro «piani d’invasione» del Nord.
I precedenti
L’offerta non è senza precedenti: precedenti che però fino ad ora non hanno portato ad alcun miglioramento nei rapporti fra Pyongyang e Seul, che formalmente sono ancora in guerra dal 1953. L’ultimo vertice fallì nel 2007 e da allora la tensione e la sfiducia fra le due Coree ha ripreso a salire, tanto che fino a ieri gli osservatori avevano considerato virtualmente impossibile un summit fra Kim e la «collega» sudcoreana Cheong Seong-chang. L’offerta del giovane Kim Jong-un segue quella fatta nei giorni scorsi dal ministero dell’Unificazione sudcoreano Ryoo Kihl-Jae, che ha proposto colloqui di alto livello con Pyongyang da tenersi a gennaio. [e. st.]