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 2014  dicembre 30 Martedì calendario

Gli animalisti tornano a protestare contro i circhi con tanto di insulti ai spettatori paganti. «In Francia o Svizzera i circhi sono un valore, da noi un fastidio. Non ci sono più scimpanzé o altri primati e a breve spariranno anche gli elefanti». Intanto Aisha, un ippopotamo femmina, è stata travolta da un’auto sabato sera ed è morta


Un animale dal peso di 15 quintali ai bordi di una provinciale: un ippopotamo femmina – Aisha, otto anni – steso sull’asfalto, sotto un telone. Travolto e ucciso da una Polo, sabato sera, a Villa Potenza di Macerata. Il 25enne alla guida non ha potuto evitarlo, si è ritrovato con la macchina distrutta, è finito in ospedale. Un urto terribile che è figlio di un altro scontro, mai ricomposto: quello tra il mondo dei circhi e gli animalisti. Sul caso di Macerata le indagini sono in corso, ma i dubbi sono pochi: a “liberare” Aisha è stato un gruppo di attivisti, che hanno aperto le gabbie di diversi animali. È l’esempio di una guerra ideologica a tratti estrema. Nei circhi italiani – oggi un centinaio – i casi di sabotaggio restano rari. Molto più frequenti però sono le manifestazioni di fronte ai tendoni, con proteste e insulti agli spettatori paganti. 

L’alleanza
E le associazioni animaliste si sono mosse anche sul piano istituzionale. Da anni chiedono norme per vietare del tutto l’uso di animali a scopo d’intrattenimento e hanno trovato una sponda in alcuni comuni – ultimi quelli di Bologna e Brindisi – che hanno trasformato l’idea in ordinanze ad hoc. Tutte poi annullate dal Tar.
«Circo senza animali? In Italia non funziona. Finirà così: finirà che toglieranno gli animali a tutti», dice Elvio Anselmi, che gestisce gli spettacoli di uno dei circhi più importanti d’Italia: quello di Nando Orfei, celebre domatore e circense scomparso da poco. Fino al 6 gennaio il suo tendone è piantato all’Idroscalo, in periferia a Milano. E intorno sono tornate anche le gabbie per leoni e tigri, che per un po’ Nando Orfei aveva abbandonato. «Si possono fare bellissimi show senza animali, anche noi ci abbiamo provato per un periodo. Ma avevamo metà tribune vuote e invece ora facciamo quasi sempre il tutto esaurito. In Italia il circo è ancora visto come un modo per portare i bambini a vedere le belve. E io sono più che favorevole a controlli severi: se c’è qualcuno che si comporta male e non rispetta le regole, è giusto che si veda togliere gli animali».
I parametri 
L’ultima volta è successo a ottobre, con due circhi sardi e 19 esemplari sequestrati dal Corpo Forestale. Lo stesso che nel 2000 ha fissato una serie di parametri – grandezza delle gabbie, regimi alimentari e così via – per regolamentare l’attività dei circhi con animali. «Chi li considera una crudeltà ha diritto di esprimersi, ma senza violenza. E anche la nostra libertà di espressione artistica dev’essere riconosciuta», dice Antonio Buccioni, presidente dell’Ente nazionale circhi. «In Francia o Svizzera i circhi sono un valore, da noi un fastidio. Inoltre, gli animali che usiamo – meno di 2000- sono tutti nati in cattività. Sulle attrezzature per il loro benessere sono stati fatti tanti investimenti. E c’è stata anche una grande selezione delle specie: al circo non ci sono più scimpanzé o altri primati e a breve spariranno anche gli elefanti».