Libero, 30 dicembre 2014
A proposito dell’ippopotamo investito, occorre per forza essere animalisti (o imbecilli) per auspicare che anche in Italia certi animali vengano progressivamente banditi dai circhi, come nei paesi più civili?
Provo a immaginare la faccia dell’automobilista che sulla provinciale 361 (Macerata) sabato sera ha investito un ippopotamo. Poi è scappato – l’automobilista – mentre l’ippopotamo è morto. Mi ha ricordato la giraffa che due anni fa galoppava per le strade di Imola, morta anch’essa dopo la fuga dal circo. E non m’interessa se i bestioni siano fuggiti da soli o siano stati liberati da animalisti imbecilli: mi chiedo se occorra per forza essere animalisti (o imbecilli) per auspicare che anche in Italia certi animali vengano progressivamente banditi dai circhi, come nei paesi più civili. In tema di ripopolamento abbiamo fatto passi da gigante: a non rischiare più l’estinzione sono anche cervi, lupi, orsi, aquile, persino tartarughe e tonni rossi. Però consentiamo ancora quel tristo spettacolo di bestie teoricamente selvagge e in pratica ciondolanti, penose, depresse, snaturate, frustrate e pungolate con l’elettricità: qualcosa che neppure il più ritardato dei bambini può credere corrisponda all’immagine che di un animale si era fatto. Chiaro poi che si buttano su Peppa Pig. L’idea quindi è semplice: proibirli e arrivederci – gli animali – anche perché, come pochi sanno, in Italia i circhi sono ancora sovvenzionati dallo Stato, tutti: anche quelli condannati per maltrattamento agli animali, come i circhi Folloni, Lidia Togni, Franchetti, Bellucci e Martini. Sono pochi milioni di euro, ma risparmieremmo soldi noi e sofferenze gli animali. Non farlo è da bestie.