Corriere della Sera, 30 dicembre 2014
Così James Hewitt, ex amante di Lady D, riporta scandali, amori e presunti figli illegittimi a teatro in Truth, Lies, Diana: «Cominciammo la nostra relazione più di un anno prima che Harry nascesse. Ora questo non prova che io sia suo padre. È… la scomoda verità». Dal 9 gennaio al 14 febbraio al Charing Cross Theatre nell’East End londinese
A volte ritornano all’improvviso. E così è capitato che James Hewitt si sia rifatto vivo, provando di nuovo a portare scompiglio fra i Windsor con il pettegolezzo, rimasto sospeso nel tempo, per cui il principe Harry sarebbe il frutto della sua relazione con Diana. Altro che papà Carlo.
Vecchia storia quella degli amori di spirito e di letto fra l’ex aitante ufficiale di cavalleria e Lady D. Cinque anni di passioni clandestine. Solo che adesso il cinquantaseienne nordirlandese servitore nelle truppe di sua maestà, da tempo in pensione a godersi i frutti delle reiterate e prolifiche rivelazioni sugli amori proibiti, ha rispolverato la memoria (con dubbio gusto) e ha regalato (o venduto?) una lunga collaborazione agli autori della pièce teatrale «Truth, Lies, Diana», in cartellone dal 9 gennaio al 14 febbraio al Charing Cross Theatre nell’East End londinese. E naturalmente ha aggiunto il pepe che mancava al dramma o giallo che sia.
Così nel lavoro, che gli appassionati di gossip reale vedranno, James Hewitt parla indirettamente in più scene, attraverso la voce di un attore e confida a un giornalista: «Io e Diana cominciammo la nostra relazione più di un anno prima che Harry nascesse. Ora questo non prova che io sia suo padre. È… la scomoda verità».
Ammiccamenti. Tanto per dire e non dire, lanciare il sasso e dare materia di svago ai tabloid. «Ma tu sai chi è il vero papà di Harry?». Silenzio e sorrisino. «Certo che lo so».
Insomma, l’ex maggiore che consolò Diana afflitta dai tormenti ha abbandonato il suo rifugio dorato di Spagna, nell’andalusa Marbella, e con la mamma ottantacinquenne (lui non si è mai sposato) è rimpatriato nel Devon, nel bel rifugio di famiglia, per aprire o riaprire il libro dei ricordi.
Già nel passato aveva più volte soddisfatto i cacciatori di scoop raccontando particolari e capitoli delle avventure con Diana poi finiti regolarmente a rimpolpare i saggi sulla principessa. Nessun dubbio che il cavaliere James Hewitt dal 1983 per un quinquennio abbia asciugato le lacrime di Diana, l’abbia aiutata a sopportare e a sopravvivere alla rabbia, all’ira della deludente convivenza con Carlo, cotto di Camilla. Ma che il frutto di questa attrazione fatale, fra James e Diana, sia stato Harry è questione che sconfina o nell’immaginazione o nella inconfessabile realtà dei fatti.
In mancanza di prove scientifiche il gossip si è sempre divertito con il giochino delle somiglianze e si è aggrappato ai capelli rossi: i capelli rossi di Harry e i capelli rossi di James (chi altro nella famiglia reale?) E ai lineamenti che senza dubbio sono fuori dai cliché somatici dei Windsor e, se si vuole, non distanti da quelli dell’ex ufficiale Hewitt.
Il tabloid Daily Mail, anche ieri, ha piazzato le due foto affiancate, e con cinismo ha dedicato una pagina per scandalizzarsi di questo inaspettato ritorno dell’amante ma non ha rinunciato a divertirsi con le immagini. Ovvio.
Diana è una storia che non si è mai chiusa. Per i giornali. Per il cinema. Adesso per il teatro grazie a un James, «sceneggiatore» risorto dal nulla.