Corriere della Sera, 30 dicembre 2014
«Quando c’ero io le casse del partito erano sanissime, le ho lasciate con tre milioni di euro». Umberto Bossi se la prende con la pessima gestione della Lega di Roberto Maroni. Ma il Senatùr non è tenero neanche con Matteo Salvini: «Adesso vuole aprire al Sud. Farà il partito “Noi con Salvini”... Noi stiamo invece con la Lega. Non dobbiamo creare confusione: io sono per la Padania. Libera. Punto»
Umberto Bossi ha attaccato a testa bassa il suo successore alla guida della Lega, Roberto Maroni, domenica sera alla Bèrghem Frècc di Albino (Bergamo). L’ex segretario se l’è presa con la gestione economica del movimento: «Quando c’ero io le casse del partito erano sanissime, le ho lasciate con tre milioni di euro». Anche se c’è chi gli ha fatto subito osservare che ai tempi il finanziamento ai partiti era di ben più sostanzioso ammontare. Come spesso gli è già accaduto in passato, Bossi ha dato la sua versione delle inchieste che hanno coinvolto la Lega sotto la sua gestione: «È stato tutto ordito da Roma, e possono essere stati solo i servizi». Ovviamente, quelli segreti. Negli ultimi anni, il riferimento ai servizi riguardava Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega, coinvolto in numerosi procedimenti. La teoria bossiana era che i «servizi» avrebbero dovuto sapere delle attività di Belsito, e certamente avrebbero dovuto riferirne a Maroni, a suo tempo ministro dell’Interno. Le parole del fondatore sono il segno che certe ferite fanno fatica a rimarginarsi. E le cicatrici che restano, qualche volta si fanno sentire. E riaffiorano come è successo l’altra sera. Bossi ha detto che Matteo Salvini «dovrà recuperare gli errori fatti da Maroni». E come capo di imputazione a carico dell’ex ministro degli Interni, ha rilevato l’aver «espulso un sacco di gente». Una pratica che, però, era in uso anche ai tempi della segreteria bossiana.
Eppure, se il tormentoso avvicendamento con l’oggi governatore lombardo ha lasciato ferite, Bossi anche su Salvini resta in qualche modo ambiguo. L’attacco, in questo caso, non è diretto ma non meno significativo: «Adesso vuole aprire al Sud. Farà il partito “Noi con Salvini”... Noi stiamo invece con la Lega». E poi, ancora: «Molto dipenderà da cosa ne pensa il Sud. Ma non dobbiamo creare confusione: io sono per la Padania. Libera. Punto».
A fine intervento un riferimento ad una vicenda che vede unita la Lega di ieri e di oggi: «Il processo alle guardie padane? Facevano da scorta alle feste, processarli è sbagliato. Ma anche questo sveglierà le coscienze del Nord».