La Stampa, 29 dicembre 2014
Elogio cinematografico (e non solo) del metro. Da Mary Poppins a Nanni Moretti
Ci avviciniamo alla fine dell’anno: tempo di bilanci. Valutazioni e misure. Come farle? Con il metro. Ci sono nel cinema due esempi celebri di giudizio mediante questo strumento. Il primo: Julia Andrews in Mary Poppins. Giusto cinquant’anni fa nella pellicola della Disney la tata, appena arrivata in viale dei Ciliegi 17 a casa del signor Bancks, trae fuori dall’incredibile borsa un metro retrattile, e misura i due ragazzini. Il metro dà il responso, che non riguarda tanto l’altezza, quanto il carattere di entrambi. Su richiesta dei bambini anche Mary Poppins si sottopone alla misurazione. Risultato che si legge sul metro: «Praticamente perfetta sotto ogni aspetto». Lo strumento usato dalla tata volante non è quello pieghevole, bensì il metro retrattile a nastro di metallo Push-Pull, comparso nel 1932, prodotto dalla Stanley, che segnò il declino del metro tradizionale. Il libro da cui è stato tratto il film uscì in Gran Bretagna, solo due anni dopo, nel 1934. Il secondo: Nanni Moretti in Aprile del 1998. Utilizza anche lui Push-Pull, o meglio il suo interlocutore. Chiede a Moretti quanti anni pensa di vivere. Ottanta anni, risponde il regista, nel giorno del suo quarantaquattresimo compleanno. Dopo aver estratto tutto il metro per la sua lunghezza, l’interlocutore lo diminuisce fino a 80 cm; quindi sottrae i quarantaquattro, e consegna la restante lunghezza a Moretti: «Questo è il tempo che ti resta da vivere». Il metro è un oggetto presente in quasi tutte le case per misurare mobili e oggetti, stabilire planimetrie, valutare dimensioni, e anche la crescita dei bambini. Push-Pull ha soppiantato il metro cosiddetto pieghevole. Questo non si sa con esattezza quando sia stato inventato; nel 1865 Anton Ulrich ne realizza una sua versione per Stabilia, l’azienda che lo produce ancora oggi (costo 6 euro). In origine si utilizzava il legno di bosso, da cui la colorazione gialla. Il punto decisivo di questo metro sono le cerniere, che lo devono rendere rigido una volta aperto. Questo è il vantaggio rispetto al modello retrattile che, se non è tenuto fermo, rientra di colpo nella custodia. Oggi si usa un blocco. Quale metro sarà meglio per fare il bilancio dell’anno 2014? Quello qualitativo di Mary Poppins o il quantitativo di Nanni Moretti? La scelta è senza dubbio più difficile che non decidere tra il metro pieghevole, quasi scomparso, salvo tra muratori, carpentieri e falegnami, e quello retrattile, che ancora si vende e si usa. Fate voi.