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 2014  dicembre 29 Lunedì calendario

«Vorrei essere un pascià». Così Winston Churchill, affascinato dal mondo musulmano, pensava di convertirsi all’Islam

Tutti ricordano Winston Churchill nell’iconografia classica: sigaro in bocca, cravattino al collo, lo sguardo fiero di chi ha difeso l’impero britannico e sconfitto il nazismo. Ma, prima di diventare Primo Ministro, Churchill aveva sviluppato una grande passione per il mondo musulmano, tanto da suscitare il dubbio che volesse convertirsi all’Islam.
È quanto rivela una lettera scovata da uno studioso di Cambridge e pubblicata dal «Sunday Telegraph». «Ti prego, non ti convertire all’Islam. Ho notato in te una disposizione a rimanere affascinato dall’Oriente», scriveva nell’agosto 1907 Lady Gwendoline Bertie, la futura cognata di Churchill, rilevando in lui «tendenze da pascià».
Allora Churchill ha 32 anni, ha combattuto in Sudan e sulla frontiera indiana. È amico dell’arabista Wilfrid S. Blunt, e nel corso dei loro incontri talvolta Churchill abbandona il cravattino per indossare abiti arabi. Apprezza il valore militare dell’Impero Ottomano. In una lettera quello stesso anno scrive: «Penserai che sia un pascià. Magari lo fossi». Chi gli è vicino comincia a insospettirsi. Lady Bertie nella sua missiva lo implora di «combattere» la possibilità di una conversione. Ma non c’era motivo di preoccuparsi. Uomo di grandi appetiti, Churchill è stato molte cose nella sua vita: oltre che statista, pittore, storico, scrittore prolifico e vincitore di un Nobel. Ma non si convertì mai all’Islam.
E, secondo lo studioso che ha scovato la lettera, non ci ha mai seriamente pensato. La sua fascinazione, ha spiegato Warren Dockter al «Telegraph», era figlia dell’epoca vittoriana, «di una visione romantica dello stile di vita nomade e della cultura delle tribù beduine». La lettera è comunque sorprendente. Durante la Seconda Guerra Mondiale Churchill approvò la costruzione, stanziando 100mila sterline, della moschea di Regent’s Park, sperando di guadagnare l’appoggio di Paesi musulmani nel conflitto. Nel dicembre del 1941, disse: «Molti dei nostri amici nei Paesi musulmani in tutto l’Oriente hanno già espresso grande apprezzamento per questo regalo».
Ma più spesso si ricordano sue parole durissime sull’Islam. «L’influenza della religione paralizza lo sviluppo sociale di chi la segue», scrisse. E, in un passaggio ancora oggi citato dai conservatori britannici: «Non esiste forza retrograda più potente in tutto il mondo».