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 2014  dicembre 29 Lunedì calendario

Porte tagliafuoco: mal funzionanti. Piano di soccorso Search and Rescue: non approvato. Luci di emergenza: mancanti. Dispositivi di chiusura porte stagne: non come richiesto. Questa le anomalie del Norman Atlantic che emergevano il 19 dicembre scorso nel rapporto della Guardia Costiera greca. Ma l’armatore rassicura: «Sono state tutte eliminate»

«Malfunctioning», «Not approved», «Missing», «Not as required»... Sono le osservazioni in tema di sicurezza e soccorso che gli uomini della Guardia costiera greca hanno appuntato sul verbale dell’ispezione compiuta sulla Norman Atlantic il 19 dicembre scorso, nel porto di Patrasso.
Detta così, può significare tutto e niente. Certo, dopo l’incendio a bordo e la tragedia, questo documento entrerà sicuramente di diritto negli atti dell’imminente inchiesta sul sinistro. Così come un altro pezzo di carta, quello del rinnovo del certificato di classe e di sicurezza alla nave da parte del Registro Navale Italiano.
Varata 5 anni fa
Andiamo con ordine. La Norman Atlantic, 177 metri di lunghezza per quasi 27 mila tonnellate di stazza, è un traghetto ro/pax, vale a dire una nave che può trasportare automezzi pesanti, auto, vagoni ferroviari (tutti mezzi che scendono e salgono su ruote dall’unità quando è in porto) e passeggeri. È una nave nuova, è stata impostata nel 2006 e varata nel 2009 dai Cantieri navali Visentini di Porto Viro-Donada, nel Polesine. Scali che realizzano un paio di navi l’anno, alcune per conto di terzi, altre per la Visemar, società armatrice di proprietà della famiglia Visentini che poi le mette sul mercato per il noleggio. E proprio la Visemar di Navigazione, sede di armamento a Bari, risulta essere dai documenti di classe proprietaria del traghetto. E forse, anche l’armatore.
Immaginatevi un servizio di auto a noleggio. Ecco, la Norman Atlantic è l’equivalente, per una nave. Nasce come Akenam Street ed è noleggiata dalla T-Link Lines, compagnia nata per collegare – le «Autostrade del mare» – Genova con Termini Imerese. Poi il traghetto cambia nome, diventa Scintu, ed è a noleggio della Saremar, ex compagnia regionale Tirrenia passata alla Regione Sardegna, che la impiega nella lotta contro i colossi delle vacanze per collegare a prezzi calmierati l’isola col continente. Un tentativo che se anche funziona dal punto di vista politico, naufraga sotto quello commerciale.
Il traghetto passa poi sotto la gestione di Grandi Navi Veloci, sulla rotta Genova-Palermo,. «L’abbiamo utilizzata per 4 mesi d’estate. Una nave moderna, di alta qualità, mai dato problemi» dice il presidente e ad di Gnv, Roberto Martinoli. Altro passaggio alla Moby Lines, sulla linea Olbia-Livorno. Quindi, il traghetto va a noleggio della società greca Anek Lines, che lo impiego sulla rotta Ancona-Patrasso-Igoumenitsa.
Essendo una nave costruita in Italia, e battente bandiera italiana, è classificata dal Registro Navale Italiano, ente che dà il via libera alla navigazione. Al battesimo del mare e successivamente. Il disco verde è rinnovato da Rina Services nel luglio scorso; un mese prima il Registro aveva rinnovato anche il certificato di sicurezza, senza riscontrare irregolarità.
Le verifiche
Non così, invece, nella recente ispezione di Patrasso, condotta dalla Guardia Costiera greca sulla base delle regole del Memorandum di Parigi, un accordo tra 27 Stati per la sicurezza dei passeggeri sui mari. La verifica del 19 dicembre scorso si chiude con 6 osservazioni. Porte tagliafuoco: mal funzionanti. Piano di soccorso Search and Rescue: non approvato. Luci di emergenza: mancanti. Dispositivi di chiusura porte stagne: non come richiesto.
«I controlli hanno confermato lo stato di piena funzionalità della nave» dice Carlo Visentini all’Ansa, qualificato come armatore. «Sì, è vero, c’era un lieve malfunzionamento di una delle porte tagliafuoco, la numero 112, situata al ponte numero 5, sovrastante a quello da dove sembrerebbe essersi sviluppato l’incendio (è stato parcellizzato il garage? È stata sparata la schiuma anti-fiamme?), che però è stato immediatamente eliminato».
A seguito di quell’ispezione la nave non era stata bloccata, ma era stato prescritto all’armatore di ovviare alle «deficienze» entro 60 giorni. Delle due, una: erano irregolarità davvero non gravi, oppure questi controlli saranno al centro dell’inchiesta. Una nave a noleggio, come le auto, va tenuta sempre in perfette condizioni.