Il Messaggero, 29 dicembre 2014
Ancora giallo su Gaia, la giovane ventinovenne massacrata a Jericoacoara (Brasile). Il sospettato potrebbe essere italiano
Chi ha incontrato Gaia sul sentiero della riserva naturale di Serrote il pomeriggio della vigilia di Natale? Forse si è imbattuta per caso nel suo killer, un feroce assassino attratto dalla sua bellezza che all’improvviso si è trovato di fronte a una preda indifesa. Ma c’è una seconda pista sulla quale si stanno muovendo gli investigatori: Gaia, prima di partire per Fortaleza, aveva appuntamento con qualcuno. E quell’amico che ha subito gettato la maschera, legando la volontaria, soffocandola e sfigurandola a colpi di pietra, potrebbe essere un italiano.
PRONTA A PARTIRE
Dopo il fermo di due brasiliani, operazioni che si sono rivelate buchi nell’acqua, e annunci ottimistici, a quattro giorni dalla morte di Gaia Molinari – la giovane di 29 anni massacrata a Jericoacoara – la polizia si muove sottotraccia. Non vengono forniti dettagli né sull’identità del sospettato né sul suo coinvolgimento nella morte della piacentina: «Non vogliamo compromettere le indagini», ripete la polizia. La riservatezza potrebbe essere il segno che il cerchio si sta stringendo attorno al killer e in effetti il lavoro serrato degli investigatori ha permesso di ricostruire la settimana di vacanza di Gaia e soprattutto ciò che ha fatto il giorno della sua partenza. E un particolare spicca su tutti: prima di incamminarsi verso la montagna, l’ultima passeggiata della sua vita, Gaia ha sbrigato le formalità per lasciare l’albergo e rientrare a Fortaleza. Determinante è stata la deposizione di Miriam Franca, l’amica farmacista di Rio con cui divideva la stanza alla”Pousada Nova Era”: ha riferito gli spostamenti e gli incontri fatti da Gaia negli ultimi sette giorni, fornendo dettagli importanti che avrebbero spostato l’attenzione dalla ricerca di un abitante del luogo a uno straniero. Italiano, stando a quanto trapela dal fronte investigativo.
LO STRAZIO A CASA
Ma chiunque sia l’assassino della volontaria, dice la madre, «non voglio vendetta». Valentina Corraro ha saputo della morte della figlia da un responsabile dell’ostello di Fortaleza: «Dopo avermi chiesto due volte se ero la mamma di Gaia, prima di parlare Karl ha tirato un lungo sospiro. Mi ha detto che mia figlia era morta e io ho urlato, ho urlato senza smettere. Non ci volevo credere, in questi casi speri sempre, contro ogni logica, che possa essersi trattato di un errore, di uno scambio di persona. Poco dopo, però, hanno suonato alla porta i vigili urbani e prima ancora che mi dessero la notizia ho capito che non c’era più niente da fare». Ora aspetta il corpo di sua figlia. «Quando Gaia tornerà a casa faremo una festa con tutti i suoi amici e con la musica dei Pink Floyd, che le piaceva tanto. Vorrei che la sua morte avesse un senso, vorrei darle un significato”buono”, pieno di quella luce dell’anima che lei disseminava a chi le era vicino». Le ha perlato per l’ultima volta poche ora prima che morisse. «Mi raccontava in che luogo meraviglioso si trovava, voleva aprire con me un bed & breakfast e immaginava già di portarci anche il nonno, mio papà, per cucinare e il suo fratellino per fare windsurf». Ma nessuno la rivedrà più.