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 2014  dicembre 29 Lunedì calendario

Maggie Smith compie 80 anni. «Visto che ormai tutti mi credono più vecchia di Dio, mi porto avanti coi miei personaggi: la vagabonda di Bennet è sui novant’anni, Violet deve averne almeno 110...». Intanto è stata baciata da Clooney

«Sono vecchia!». Maggie Smith non usa mezzi termini per definire la sua età. Ieri ha compiuto 80 anni. Anniversari che tutti smaniano di festeggiare, tranne gli interessati. Eppure mrs. Smith avrebbe tutte le ragioni per alzare un calice. Successo e onori non le sono mai mancati: un paio di Oscar al cinema, innumerevoli premi in teatro, nominata persino «Dame» dell’Impero Britannico dalla regina Elisabetta... Eppure, solo ora le è arrivato il titolo più ambito da un’attrice, quello di Diva.
Diva e dama, a 80 anni Maggie si ritrova, forse suo malgrado, superstar. Spopola in tv come al cinema, si diverte a passare dai panni sofisticati di lady Violet, contessa di Grantham in «Downton Abbey», a quelli luridi e sbrindellati di The Lady in the Van (La signora nel furgone), la misteriosa barbona per 15 anni ospite col suo furgone nel giardino dello scrittore Alan Bennett. Una storia vera, che Maggie aveva già interpretato in teatro e ora ha ripreso nel film diretto da Nicholas Hyatner, di prossima uscita.
«Visto che ormai tutti mi credono più vecchia di Dio, mi porto avanti coi miei personaggi: la vagabonda di Bennet è sui novant’anni, Violet deve averne almeno 110...» ride. Ma poi più seria: «Mentre giravo una scena di “Downton” con Penelope Wilton (Isabel Crowley) mi sono sorpresa a traballare. Perché mi succede?, mi sono chiesta. Perché sono vecchia».
Ma cosa contano i capelli bianchi se poi a baciarti arriva George Clooney? Qualche sera fa tutto il Regno Unito ha visto la scena in tv. Nel corso di «Text Santa», equivalente inglese del nostro «Telethon», l’intero cast di «Downton Abbey» ha girato un video scherzoso dove Clooney compare in un divertente cameo.
Arrivato chissà come nei salotti di casa Grantham, si ritrova la metà femminile del castello, dame e cameriere, a ronzargli intorno. Ma lui ha occhi solo per l’imperiosa «Old Lady». E così «Lord Hollywood», come lei lo chiama, le mormora parole galanti e le bacia la mano guardandola in modo tale che Violet-Maggie perde il self control e pure i sensi. Ma solo per gioco e per beneficenza. In realtà, il più emozionato era Clooney, gran fan di «Downton», amico del «conte» Hugh Bonneville, interprete con lui di Monuments Men, e adoratore di mrs. Smith.
«Se hai girato molti film e sei diventata molto vecchia è inevitabile diventare un’icona. Magari piuttosto impolverata», commenta con la proverbiale ironia. Che le fa guardare con annoiato distacco la nuova condizione di star: «È buffo ritrovarmi alla mia età assediata quando esco per strada. Non mi era mai successo prima. Ci voleva la tv. È terribile. Io amo andare a zonzo e non posso più farlo». «Aveva ragione Bette Davis, la vecchiaia non è per femminucce. E non si addice alla televisione. Che costringe a una vicinanza pericolosa. A teatro invece sei lontana dal pubblico. E questo consente di mantenere il mistero». Per non rischiare oltre, lei la tv non la guarda. «Nemmeno “Downton”». Solo Lady Violet potrebbe dire altrettanto. «L’ho modellata a immagine e somiglianza di una mia prozia – svela Julian Fellowes, sceneggiatore della serie —. Una matriarca di fine ’800, tirannica e snob. Molto schietta, riconosceva solo due autorità superiori, Dio e la regina Vittoria». Dietro il suo cinismo di classe, Violet nasconde però anche un cuore. Come vedremo nella puntata in onda il primo gennaio su Rete4. Quando la vecchia signora, sofferente per una bronchite, viene assistita da Isabel, pressapoco sua coetanea ma di indole opposta, liberal e democratica. Qualità che a Violet non vanno giù. Eppure, davanti a tanta dedizione, la riconosce come amica.
E mentre in Italia «Downton» è alla sua quarta stagione (ultima puntata l’8 gennaio sempre su Rete4, che continua nella sua impresa di proporre serie di qualità, da «The West Wing» a «Call the Midwife», dalla «Bibbia» a «I pilastri della Terra») in Gran Bretagna si è già vista la quinta e Fellowes sta lavorando alla sesta... Dove naturalmente Maggie è già prenotatissima. «Lavorare è il modo migliore per dimenticare la solitudine». Dopo la morte del secondo marito, Beverley Cross, nel ’98, Maggie vive sola. «Dicono che passa, ma non è così. È terribile, non puoi farci niente. Solo lavorare. Ma poi, appena smetti, il silenzio torna, più assordante che mai».
Due figli e cinque nipotini l’aiutano a sopportarlo. «L’aver partecipato a Harry Potter mi ha fatto salire nella loro considerazione e mi ha aiutato a educarli». «Lavorare, lavorare, lavorare», come dice Irina nelle Tre sorelle cecoviane. Imperativo salvifico a cui Maggie, gran Dame di ogni scena, aggiunge il suo motto: «Imparare, imparare, imparare».