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 2014  dicembre 29 Lunedì calendario

L’MH370 della Malaysian Airlines sarebbe stato abbattuto dai caccia Usa che temevano un’azione suicida contro Diego Garcia. Ma sono solo ipotesi. Intanto ancora non si trovano i resti dell’aereo

L’ultima teoria per il mistero del volo MH370 non è molto «nuova». Il 777 della Malaysia Airlines sarebbe stato abbattuto dai caccia americani che temevano un’azione suicida contro Diego Garcia, l’isola dell’Oceano Indiano che ospita la base anglo-statunitense. Una tesi definita «ridicola» dal Pentagono e rilanciata dall’esperto francese Marc Dugain con un articolo sul settimanale Paris Match. Un’ipotesi intrigante che però non risponde alla domanda fondamentale: dove è finito il Boeing sparito l’8 marzo, con 239 persone a bordo, mentre era in volo da Kuala Lumpur a Pechino? Dopo la prima estenuante campagna di ricerche, segnata da falsi annunci, errori e incomprensioni internazionali, ne è partita una seconda.
A ottobre tre grandi navi, dotate di apparati sofisticati, hanno iniziato a perlustrare una nuova area a circa 1.800 chilometri a ovest dell’Australia. L’obiettivo era concludere le operazioni in maggio ma un’avaria ad una delle unità ha comportato variazioni alla tabella di marcia. Australiani, cinesi e malesi sperano di trovare finalmente qualche reperto del jet, magari pezzi utili a comprendere le cause del disastro. In tutti questi mesi gli investigatori hanno considerato ogni scenario possibile: un’avaria catastrofica, un gesto criminale di uno dei piloti, un atto terroristico. Tutte ipotesi che hanno elementi d’appoggio, ma per i quali manca il dato decisivo. E non potrebbe essere diversamente visto che le squadre di soccorso non hanno recuperato neppure un salvagente o un frammento del 777. Inoltre ci sono pareri contrastanti sull’ultima posizione conosciuta, dubbi che si sommano ai sospetti su verità nascoste da parte delle autorità.
A questo proposito c’è chi continua a sostenere che in realtà il jet sarebbe precipitato intatto dopo aver esaurito il carburante e questo spiegherebbe l’assenza di qualsiasi «scia» di rottami in mare. Altri, tanto per tenere viva la polemica, suggeriscono che forse la zona delle perlustrazioni non sia quella giusta. Sempre che il Boeing sia precipitato. Subito dopo la scomparsa c’è chi ha raccontato un’altra storia, da romanzo, con l’aereo malese dirottato su una pista segreta dell’Asia centrale o su un’isola per un’avventura alla «Lost».