29 dicembre 2004
Tags : 2004 - Tsunami in Indonesia
Sale ancora il bilancio delle vittime dello tsunami nell’Oceano Indiano
• I dati raccolti dalla Croce Rossa Internazionale dicono che negli undici Paesi colpiti dallo tsunami ci sono 80.427 vittime e il totale alla fine potrebbe superare quota 100mila. Oltre la metà dei deceduti finora accertati si è avuto in Indonesia e in particolare lungo le coste di Sumatra. Banda Aceh, capitale dell’omonima provincia, è quasi completamente distrutta, e 45.268 cittadini sono stati uccisi dai flutti, mentre altri 1.240 mancano ancora all’appello. In Sri Lanka il totale delle perdite è salito a 23.015, con ancora 4.000 dispersi. In India si parla di 7.000 morti e 8.000 dispersi, ma c’è l’incognita Andamane-Nicobare: in alcune isole i soccorsi sono appena arrivati e non si ha notizia di 3.000 persone. In Thailandia i morti accertati sono circa 2.000 (la metà turisti), 5.300 i dispersi e 10mila i feriti. Ovunque stanno scoppiando epidemie. Dal Myanmar il regime militare non dice quanti siano i caduti: i numeri ufficiali parlano 45 morti e 25 dispersi, ma dai villaggi fanno sapere che dovrebbero essere molti di più. Le vittime italiane accertate sono quattordici. Secondo gli ultimi calcoli, gli italiani dispersi al momento sono tra seicento e settecento: trecento in Thailandia, concentrati nella zona di Phuket; cento nello Sri Lanka; sessantatrè in Myanmar. Solo gli italiani residenti nelle aree interessate dal maremoto sono 3.500, quelli di passaggio 5.000. Gli italiani già rimpatriati sono 2.800. Tra gli occidentali, si contano 50 tedeschi morti, ma 1.000 di cui non si ha notizia, in Francia mancano 90 persone all’appello, più altre 20 sicuramente morte. Poi: almeno 26 britannici, 11 svizzeri (e 22 dispersi) e forse oltre 1.000 svedesi (ma confermati solo 6 decessi). Il problema principale nel ritrovamento dei dispersi è che i cadaveri vengono bruciati immediatamente per evitare epidemie, anche senza procedere al riconoscimento, spesso impossibile per assenza di documenti. Tra i corpi cremati ci sono sicuramente anche degli italiani. La Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri ha stanziato 3 milioni di euro a favore delle zone colpite. Intanto l’Onu è arrivata a raccogliere fondi per 220 milioni: 35 da Stati Uniti, 30 da Giappone, 27 da Australia, 10 da Arabia Saudita, 2,7 dalla Germania. L’Organizzazione stima che serviranno 5 miliardi per la ricostruzione.