Specchio dei Tempi - La Stampa, 25 marzo 1969
Le pagine della contestazione
Una lettrice ci scrive da Roma:
«Le pareti bianche sono le pagine della nostra contestazione. E per contestare la riforma scolastica, la mancanza di aule, di laboratori scientifici, di palestre ecc. si distruggono le attrezzature scolastiche esistenti e si riducono in porcili gli atenei fra l’altro rendendo più suggestivi gli ambienti con scritte blasfeme, con le volgarità più ripugnanti, nonché con scritte inneggianti a Che Guevara, Mao, Ho Chi-Minh, Al Fatah ecc. persino a Cavallero ed al prof. Braibanti, meravigliosi ideali di una sana gioventù!
Ma non è finita, può darsi che dopo la riparazione delle devastazioni nell’Università di Roma (spesa 1 miliardo) si ricominci di nuovo visto che gli esponenti dei più diversi partiti incoraggiano gli appartenenti ai movimenti studenteschi a ripetere l’occupazione.
La grande massa degli italiani si domanda perché il risarcimento di simili danni non viene chiesto dal governo a chi incoraggia questi positivissimi fermenti (…)»
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