Libero, 25 novembre 2014
Nei 3,9 miliardi l’anno che ci portano gli immigrati non vengono considerati furti, rapine, scassi, scippi, case occupate, evasione, etc. È roba che la gente invece conosce benissimo e che sarebbe felice di barattare con i 65 euro l’anno che si favoleggia ci passino gli stranieri
Sul Corriere Gian Antonio Stella ha ribadito con il solito vigore che i “migranti” sono davvero una risorsa perché donerebbero alla comunità che li ospita un bel gruzzoletto di euro. Non ha lasciato dubbi scrivendo: «Noi italiani ci guadagniamo 3,9 miliardi l’anno». Cioè gli ospiti ci regalerebbero ben 65 euro a testa. Stella desume la rincuorante notizia da un rapporto della Fondazione Leone Moressa (titolata a un politico del Pci) e finanziata dalla Open Society Foundations, il costoso meccanismo con cui George Soros sostiene i propri affari e interessi in giro per il mondo, con l’investimento – come sbandiera sul proprio sito il filantropico sodalizio – di 10 miliardi di dollari negli ultimi 30 anni. Il conteggio deriva da una semplice sottrazione: da una parte si dice che il gettito fiscale e i versamenti previdenziali degli immigrati arrivino a un totale di 16,6 miliardi (2009), dall’altra che lo Stato spenda per tutti loro 12, 6 miliardi, circa l’1,57% della spesa pubblica nazionale. La differenza sarebbe appunto di 3,9 miliardi. Anche prendendo per buona la prima cifra, qualcosa non torna nella seconda. È sicuramente vero che esiste uno sbilancio previdenziale (ovvio, data l’attuale età media degli immigrati, ma fra qualche anno?) ma suona davvero “strano” che una fetta compresa fra l’8 e l’11% della popolazione (fra regolari e clandestini) costi solo l’1,57% del totale. Troppo facile risolverla nascondendosi dietro i costi fissi dell’amministrazione, che ci sarebbero anche senza foresti. Se l’8,8% degli alunni delle scuole è straniero, non si può ridurre il loro costo ai soli buoni mensa. Anche il mantenimento dei 22mila galeotti stranieri rientra nei costi fissi? Nelle strutture sanitarie, che i foresti utilizzano con percentuali anche superiori alla loro incidenza demografica, siamo proprio certi che tutto rientri nei costi fissi? Quanto costano davvero Mare Nostrum, l’accoglienza, i centri, gli alberghi, il personale e tutto il resto dell’ambaradan? Ci sono poi le rimesse all’estero: fra operazioni legali e non, in 15 anni ha preso il volo più di quanto si lamenta abbiano depositato in banche estere e in paradisi fiscali i cittadini italiani, contro i quali giustamente si fa casino. Tempo fa, il nostro giornale aveva ipotizzato una spesa annua per gli immigrati di almeno 30 o 40 miliardi. Senza contare l’evasione. Ci sono poi i costi sociali, difficili da monetizzare ma sicuramente drammatici. Quanti sono gli italiani derubati, ammazzati, stuprati o strapazzati da foresti? Quanti sono i morti per incidenti stradali provocati da foresti? A quanto ammonta la refurtiva di rapine, scassi, scippi e furti perpetrati da stranieri? Questo non conta? Quanto costa il calo della qualità dell’insegnamento scolastico ai nostri ragazzi? Quanto costa l’insicurezza, la paura? Quanto costano i foresti in inferriate, impianti di allarme e sorveglianza aggiuntiva? E le case occupate, non pagate, danneggiate come possono essere quantificate? Quanto vale la concorrenza, il dumping, il commercio illegale? Quanto il disagio della nostra gente che vede allungarsi le file davanti a sé nelle assegnazioni delle case ma anche negli ospedali? È tutta roba che non compare nelle statistiche e nei rapporti politicamente corretti, che viene serenamente ignorata da Moressa, Caritas, Stella o Soros. É roba che la gente invece conosce benissimo e che sarebbe felice di barattare con i 65 euro l’anno che si favoleggia ci passino gli stranieri.