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 2014  novembre 05 Mercoledì calendario

Per Sergio Marchionne tutte le stock option di Fca e CnhI e due maxi plusvalenze. In due giorni il manager italo-canadese si è portato a casa 94,3 milioni di euro

Sergio Marchionne incassa tutte le stock option e due maxi plusvalenze. Il manager italo-canadese, che è amministratore delegato di Fiat Chrysler (Fca) e presidente di Cnh Industrial (CnhI), ha esercitato giovedì 30 ottobre la stock option su 6,25 milioni di azioni Fca e altrettante CnhI, vendendo poi i pacchetti così acquisiti in due tranche, lo stesso 30 ottobre e il giorno successivo, venerdì 31 ottobre. Con l’insieme delle operazioni Marchionne si è assicurato una plusvalenza (al lordo delle tasse) di 10,75 milioni di euro: ha infatti acquistato i titoli al prezzo di 13,37 euro per una coppia di azioni (una Fca e una CnhI) per un esborso complessivo di 83,5 milioni, e li ha rivenduti in due giorni incassando un totale di 94,3 milioni. Le informazioni sono contenute in documenti depositati presso l’Afm, l’autorità olandese di controllo sui mercati.
Secondo un comunicato diffuso in serata da Fca, inoltre, Marchionne ha esercitato anche una seconda stock option, che gli dava diritto ad acquistare 10,67 milioni di titoli Fca e altrettanti Cnh Industrial a un prezzo di 6,583 euro (per una azione Fca più una CnhI); l’esborso complessivo per Marchionne è stato di 70,24 milioni di euro, che il manager ha finanzato vendendo sul mercato 5.400.000 azioni FCA e 4.957.357 azioni CNHI (il ricavato della cessione è andato a finanziare anche le obbligazioni tributarie derivanti dall’esercizio delle stock option). “Per le medesime ragioni – spiega il comunicato – ulteriori vendite di azioni CNHI avranno luogo nei prossimi giorni”. In seguito a tali operazioni Marchionne ha incrementato la propria partecipazione in Fca a 12.102.411 azioni ordinarie, pari allo 0,75% circa del capitale.
La prima stock option citata era stata attribuita al manager nel 2006 e scadeva il 3 novembre. Fino a pochi giorni prima della scadenza l’opzione era out of the money, ovvero non avrebbe garantito a Marchionne alcun guadagno. È stato l’annuncio del 29 ottobre della quotazione di Ferrari, che ha spinto il titolo Fiat Chrysler al rialzo di oltre il 12%, a dare la spinta decisiva. È vero che esercitando l’opzione lo scorso aprile Marchionne avrebbe guadagnato 15 milioni di euro in più, ma vendere i titoli poche settimane prima della presentazione del piano industriale (il 6 maggio) non sarebbe stato possibile. Al manager non era peraltro consentito esercitarla anche nei 15 giorni precedenti il recente annuncio dei risultati trimestrali, avvenuto anch’esso il 29 ottobre.
La monetizzazione delle due stock option porta a circa 240 milioni di euro i compensi lordi liquidati finora a Marchionne in dieci anni dal gruppo Fiat, tra stipendi e benefit (oltre 54 milioni) e stock option e grant (quasi 200 milioni); in questo calcolo le azioni di cui il manager dispone sono state incluse al prezzo del momento in cui le ha ricevute.