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 2014  ottobre 21 Martedì calendario

Perché riconoscere lo stato di Palestina?

CARO COLOMBO, ora bisogna prendere atto del voto del Parlamento inglese che riconosce lo Stato palestinese. Che cosa farà l’Unione europea? 
 Ignazio 
Faranno probabilmente quello che ha fatto la Camera dei Comuni inglese. Proporranno un voto che sembra un generoso slancio di pace e invece ripete la vecchia posizione di tutto il nostro continente: “Se la vedano loro”. Per prima cosa, infatti, bisogna riflettere su ciò che il governo di sua maestà britannica ha fatto finora per la pace in Medio Oriente. Come tutti, niente. L’impressione è che il Regno Unito si comporti come se non avesse prestigio, ascolto e peso diplomatico. Il solo intervento europeo che si ricordi durante gli ultimi 20 anni nella questione (che non è Israele-Palestina ma Israele e tutti i Paesi dell’area, più tutti i fondamentalismi di ciascun Paese del mondo islamico risale all’iniziativa tempestiva e solitaria di Romano Prodi (2007). Di fronte a una crescente aggressione di Hezbollah (lato libanese dell’assedio intorno a Israele) ha impegnato 2500 soldati italiani, sotto la bandiera dell’Onu, forzando la Francia a fare altrettanto ed evitando, con una sola mossa e in pochi giorni, una guerra. A questo punto del dibattito vengono giustamente ricordati gli insediamenti israeliani che crescono, fuori da ogni regola, e contro tutte le posizioni dei paesi amici e dell’Onu. Giusto, ma come hanno fatto i parlamentari inglesi a dimenticare che nessuno di loro, e nessun governo europeo, ha mai voluto incoraggiare il presidente palestinese Abu Mazen a non dimenticare il danno e il pericolo di Hamas che, per esistere, ha bisogno di guerra, e dedicarsi invece a rendere sempre più democratica la parte da lui governata, dunque sempre più in grado di rivendicare i propri diritti senza diventare partner di chi invece prepara sempre più terrorismo? I deputati inglesi hanno detto una cosa impossibile nelle relazioni internazionali, una cosa che non ha niente a che fare con la politica di Netanyahu. Si sono impegnati nel riconoscimento di uno Stato che, al momento, continua a rinnovare il proposito di distruggere l’altro Stato. Purtroppo (e senza contare le bandiere nere dell’Isis che sventolano poco lontano) la tragedia continua.