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 2014  ottobre 21 Martedì calendario

Ecco perché bisogna incentivare le nascite nonostante la sovrappopolazione mondiale

 Leggo, tra le misure adottate dal governo, il «sostegno per le famiglie numerose»: che senso ha incentivare chi fa figli in un mondo che ha, a monte di tutti i suoi problemi più gravi, la sovrappopolazione? Non sarebbe meglio sostenere chi limita le nascite? 
Gianni Bullo

 Caro Bullo, 
A prima vista, lei sembra avere ragione. La popolazione italiana, il 31 dicembre 2013, ammontava a 60 milioni 782.668 e la sua densità per chilometro quadrato era una delle più alte nel mondo: 200,03 persone (quella mondiale è poco più di 50). Non è tutto. Gli abitanti del pianeta sono sette miliardi e, come ci ha spesso ricordato Giovanni Sartori, non smettono di aumentare. Se teniamo conto di queste cifre dovremmo scoraggiare la natalità piuttosto che prevedere benefici per le famiglie numerose. 
Ma vi sono due fatti di cui occorre tenere conto. In primo luogo, a scoraggiare la natalità ci hanno già pensato gli italiani. Nelle tabelle statistiche sul tasso di natalità in Europa, l’Italia è agli ultimi posti. Il numero dei nati ogni mille persone è 9 all’anno contro 18 in Turchia, 16 in Irlanda, 13 in Francia, 12 in Gran Bretagna. Il quadro non sarebbe drammatico se non coincidesse con un periodo in cui la durata della vita si è considerevolmente allungata. Nella graduatoria dell’aspettativa di vita l’Italia è al settimo posto con 83, 1 (il Giappone precede tutti con 84,6) ed è più longeva di Spagna, Francia, Germania, Belgio, Regno Unito, Stati Uniti, Finlandia e Danimarca. 
Se i dati sulla natalità restano invariati e l’aspettativa di vita, come è prevedibile, continua a crescere, la società italiana diventerà sempre più vecchia, quindi meno dinamica e produttiva. Il fenomeno sarebbe già maggiormente visibile se l’immigrazione non avesse garantito all’Italia una crescita, sia pure limitata, della sua popolazione. Gli stranieri residenti sul territorio nazionale sono più di 5 milioni, di cui 4,5 sono nati all’estero, e rappresentano il 10% della popolazione in età lavorativa. Se continueranno a ricevere la pensione, nei prossimi anni, gli italiani lo dovranno anche ai contributi e alle imposte versati dai lavoratori stranieri. Ma occorre, se non vogliamo che il Paese cambi radicalmente la sua composizione etnico-religiosa, che il tasso di natalità aumenti. Mi sembra opportuno quindi che il prossimo bilancio aiuti le famiglie numerose.