Fior da fiore, 19 ottobre 2014
La Chiesa si divide su gay e risposati • Il sindaco Marino registra sedici nozze omosessuali • Il sedicenne filippino ammazzato dal padre a Milano • La Lega in piazza contro i clandestini • La Transiberiana veloce che collegherà Mosca a Pechino in sole 48 ore • La Russia tarocca il made in Italy
Sinodo 1 Il Sinodo dei vescovi sulla famiglia si divide sull’accoglienza delle coppie omosessuali e sulla questione della comunione ai divorziati risposati. Su questi due punti, pur fortemente emendata con 470 modifiche totali rispetto al documento di metà lavori, la conclusiva «Relatio Synodi», approvata ieri sera dall’aula alla presenza di papa Francesco, non ha trovato la maggioranza qualificata dei due terzi. Ad ogni modo divorziati e gay, le questioni più delicate e simboliche di queste due settimane, restano nel testo pubblicato, considerato che questo Sinodo rappresenta «un work in progress» verso il Sinodo ordinario che si riunirà fra un anno e che la Relazione «non è un testo magisteriale, ma un documento che diventa un’ulteriore base di discussione», come ha spiegato padre Federico Lombardi.
Sinodo 2 Papa Francesco, a sorpresa, alla fine del Sinodo ha deciso di parlare mettendo in guardia i vescovi da cinque «tentazioni» opposte: «L’irrigidimento ostile» dei «tradizionalisti» e «intellettualisti»; il «buonismo distruttivo» dei «progressisti o liberalisti»; il voler «trasformare il pane in pietra» e «scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati»; la tentazione di «scendere dalla Croce» per «piegarsi allo spirito mondano»; e infine di «considerarsi non custodi, ma proprietari e padroni» della fede, e così «trascurare la realtà».
Nozze gay Ieri al Campidoglio il sindaco di Roma Ignazio Marino ha trascritto sui registri dell’anagrafe cittadina le nozze di 16 coppie omosessuali sposate all’estero, spesso già con prole. Ignorando in un colpo solo la circolare del ministro Alfano, la diffida del prefetto di Roma e l’anatema dei vescovi. Tutti subito tornati a farsi sentire. L’ultimatum del prefetto Giuseppe Pecoraro: «Il sindaco cancelli le trascrizioni altrimenti le annulleremo noi. Voleva fare un atto politico, lo ha fatto, ora può finirla qui». La Cei, sul suo sito: «Una tale arbitraria presunzione, messa in scena proprio a Roma in questi giorni (di Sinodo sulla famiglia, ndr), non è accettabile». Angelino Alfano: «Io annullo tutte le trascrizioni. Poi ciascun ordine dello Stato faccia quel che ritiene opportuno. In Italia non è prevista la possibilità per una coppia gay di contrarre il matrimonio. E quindi non si possono registrare matrimoni contratti all’estero. La firma di Marino non ha alcun valore giuridico, equivale a un autografo. Dopodiché in Italia non è ammesso né il turismo nuziale, né il federalismo matrimoniale. Non è possibile andarsi a sposare in luoghi dove ci sono altre leggi e pretendere l’applicazione in Italia di quelle leggi estere. E neanche è previsto il federalismo matrimoniale per cui ciascun sindaco di ognuno degli 8 mila comuni può fare quel che gli pare».
Delitto Billy Alvarez, 16 anni. Filippino ma residente a Milano con la madre Susan Coronel, 48 anni, e la sorella ventenne Bihaj, «bravissimo ragazzo», «riservato ma allegro», appassionato di calcio e musica hip-hop, frequentava l’alberghiero Galdus col sogno di diventare chef e di tornare nel suo Paese. Di recente era tornato a casa il padre Rowell Alvarez, 43 anni, scarcerato pochi mesi fa, e affidato ai servizi sociali, dopo che nel 2005 aveva ammazzato un marocchino in mezzo alla strada durante una lite scoppiata per una sciocchezza. Costui l’altra mattina all’alba, impugnando un coltello da cucina, andò in camera della consorte che dormiva e le piantò la lama più volte nella schiena. Le grida della mamma svegliarono Billy che corse in sua difesa e mettendosi in mezzo si beccò più di dieci coltellate tra la pancia e il torace. Arrivò pure Bihaj e anche lei si beccò una coltellata nell’addome ma poi riuscì a scappare e a rifugiarsi in casa di una vicina. A quel punto l’Alvarez si sedette sul letto e si conficcò il coltello nella gola, restando stecchito con la mano che ancora stringeva il manico che gli sporgeva sotto il mento (moglie e figlia, entrambe operate in ospedale, non sono in pericolo di vita). All’alba di ieri in un appartamento in Largo Camillo Caccia Dominioni, zona Ripamonti, a Milano.
Clandestini Migliaia di italiani (40 mila secondo la questura) hanno partecipato ieri a Milano alla giornata di protesta contro l’immigrazione clandestina organizzata dalla Lega. Il segretario Matteo Salvini, che chiederà ufficialmente «la sospensione del trattato di Schengen e la ripresa dei controlli alle frontiere»: «Pensiamo prima agli italiani, quelli che hanno il problema di un fisco che rapina, quelli le cui tasse servono a pagare l’operazione Mare nostrum, schiavista e razzista».
Transiberiana La Russia vuole realizzare una linea di Alta Velocità a fianco delle rotaie della vecchia Transiberiana: medesimi panorami, ma visti di sfuggita attraverso i finestrini sfrecciando a più di trecento all’ora. Il viaggio infinito (7000 chilometri e sei fusi orari) da Mosca a Pechino che adesso dura almeno sei giorni, si ridurrebbe a due giorni scarsi. Non tutti a Mosca sono convinti che sia un affare investire la cifra, finora prevista, di 200 miliardi di euro per una simile operazione, ma il primo accordo con le ferrovie cinesi è già stato firmato l’altro giorno e la progettazione della nuova tratta potrebbe essere pronta già per la fine di quest’anno. A mettere fretta al governo russo c’è soprattutto la corsa ad orientare sempre più verso Est i propri interessi economici in questi mesi di sanzioni e tensioni continue con l’Europa. E anche valutazioni di pura convenienza. I cinesi, maestri nel campo dell’Alta Velocità (possiedono la rete più estesa del mondo e vantano la tratta, finora più lunga, la Canton-Pechino di 2298 chilometri) possono garantire costi irrisori rispetto ad ogni altra nazione. Se la media del resto del mondo è di circa 26 milioni di euro per un chilometro di ferrovia ad Alta Velocità, le aziende cinesi sono in grado di realizzare la stessa distanza con 13 milioni. (Lombardozzi, Rep)
Tarocchi Secondo Coldiretti, lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha provocato in Russia «un vero boom nella produzione locale di prodotti del nostro Paese taroccati». Ad esempio nei supermercati si vendono il salame Italia, la mozzarella Casa Italia, l’insalata Buona Italia, la mortadella Milano, il parmesan Pirpacchi e una pizza Sono Bello Quattro formaggi, tutti rigorosamente made in Russia (Tropeano, Sta).
(a cura di Roberta Mercuri)