Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  ottobre 16 Giovedì calendario

Cronaca del viaggio in Argentina di Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII

Dal 24 settembre al 3 novembre 1934, Eugenio Pacelli, Cardinale-Segretario di Stato della Città del Vaticano sotto Pio XI, lasciò il Papa e la Santa Sede per recarsi quale Legato Pontificio al Congresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires. Preceduto da un annuncio pubblicato sull’Osservatore Romano soltanto due giorni prima, il viaggio iniziò nel migliore dei modi con una folla plaudente lungo tutto il percorso ferroviario fino a Genova ed una sosta nella città della Lanterna di un giorno circa nel tripudio e la partecipazione dell’intera Liguria. Dopo molti anni riapparve il titolo di Legato Pontificio, carica rispolverata da Papa Ratti per dare maggiore consistenza al suo Segretario di Stato, considerato dunque come un vero e proprio Sostituto del Papa stesso. Imbarcato sulla gigantesca nave passeggeri «Conte Grande», Pacelli giunse nella capitale argentina il 9 ottobre, dopo essersi fermato a Rio de Janeiro il giorno 6 per far salire a bordo l’ex Presidente del Brasile Epitacio Pessoa che parteciperà al Congresso ed aver lanciato un messaggio-radio alla popolazione dell’Uruguay. Il Legato Pontificio parlerà in perfetto castigliano, così come in portoghese nell’incontro con il Presidente Jiulio Vargas durante le fasi del rientro ed in catalano a Barcellona con le autorità locali prima dell’approdo a Genova. Presidente dell’Argentina è il generale Augustin Pedro Justo che rivolgerà un emozionato saluto a nome di tutto il Paese. La popolazione sembra attonita ed intimorita dalla figura carismatica di Pacelli ed il 10 mattina, giorno dell’inaugurazione del Congresso, sul Campo Palermo ci sono oltre 500 mila persone. Quando il Legato sale sul palco per prendere la parola, c’è un silenzio irreale. Il discorso non sarà lungo (poco più di 10 minuti) ma avrà un pregio incredibile: toccherà i cuori con la semplicità e la chiarezza dei grandi. Così al suo termine, una ovazione liberatoria si leverà tra il pubblico, con Pacelli sorpreso ma visibilmente compiaciuto, il Clero in lacrime, le Autorità incredule e la popolazione impazzita di gioia. Quarantotto ore dopo, giorno della commemorazione della scoperta dell’America, il Teatro Còlon presenta l’opera sacra Cecilia del Maestro Licinio Recife, originario di Patrica/Frosinone, ma Pacelli non sarà presente, creando un piccolo incidente diplomatico che gli sarà presto perdonato. Sapete dov’era? Era in volo su Buenos Aires, solo con il pilota ma soprattutto solo con se’ stesso. L’aereo, la macchina da scrivere ed il telefono saranno le sue passioni terrene. Nel corso del Congresso, il Segretario incontrerà le Delegazioni di tutti gli Stati del Sud America, mentre le scene di entusiasmo in Argentina si ripeteranno naturalmente anche nei due giorni trascorsi in Brasile. Preceduto dalle informazioni via radio del suo entusiasmante soggiorno, la mattina del 5 novembre Eugenio Pacelli viene ricevuto dal Papa che si complimenterà per il prestigioso successo personale conseguito, a tutto vantaggio della Chiesa di Roma. Sarà l’inizio di una serie di successi da «star» che non troverà ostacoli. Pio XI amava ripetere: «gli faccio conoscere il mondo perché il mondo conosca lui». Incredibile.