Corriere della Sera, 16 ottobre 2014
Parigi si sta segretamente mettendo d’accordo con Berlino, la Merkel permetterà a Hollande di non rispettare le regole sui conti in cambio di un impegno formale alle riforme
Chi sarà la Cenerentola, quella salvata dal principe che sta a Berlino più che a Bruxelles? A mezzanotte, molte luci sono accese ai piani alti della Commissione europea: uno dopo l’altro arrivano le migliaia di pagine dei piani di Stabilità elaborate da tutti i governi europei. L’anno scorso, passata mezzanotte, si intrecciò un curioso minuetto fra Roma e Bruxelles: non ci è ancora arrivato nulla, diceva Bruxelles, vi abbiamo spedito tutto, ribatteva Roma. E così per molte ore, euro-giallo burocratico.
Quest’anno, si giura sulla puntualità. Anche perché la posta in gioco è davvero enorme: entro il 30 ottobre, se ci saranno progetti governativi in grave sbilancio, la Commissione europea potrà e dovrà bocciarli, sotto lo sguardo di Angela Merkel. E già si sa bene dove sono oggi le maggiori aree di rischio: Francia, e Italia. La Francia, oggi «cicalona» d’Europa, almeno per il deficit sta molto peggio dell’Italia (al 4,3% del Pil, contro il 3% richiesto dalla Ue), ma negozia apertamente con la Ue e con la Germania. Nelle ultime ore Parigi avrebbe concluso un’ipotesi di accordo con il governo tedesco, per cui quest’ultimo non sposerà eventuali sanzioni decise da Bruxelles contro la stessa Parigi, e chiederà in cambio a François Hollande una lista precisa e vincolante delle riforme strutturali pronte al varo. L’Italia continua a smentire invece ogni trattativa, con Bruxelles o Berlino, ma è credibile che lo faccia solo per motivi tattici-diplomatici.
C’è una concreta speranza anche per lei, comunque. Simon O’Connor, portavoce del neocommissario alla crescita Jyrki Katainen, ha spiegato che solo dopo le previsioni economiche d’autunno, attese per novembre, Bruxelles dirà a Roma di quanto debba aggiustare il suo deficit strutturale. La situazione è peggiorata per tutti, lo sforzo richiesto all’Italia potrebbe essere ridotto strada facendo. È per questo, e si spiega con i paradossi in cui vive immersa l’Europa, che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi parla di «ottima notizia», se «anche la Commissione europea prende atto che rispetto a sei mesi fa la situazione economica si è degradata».
Molti occhi sono puntati anche sul piano di Stabilità presentato dalla Grecia, che proprio 3 giorni fa ha annunciato di voler rinunciare alla rete di salvataggio tesa da Ue, Bce e Fondo monetario internazionale. Non ne ha più bisogno, dice, e in effetti lo stato generale delle sue finanze sembra migliorare. Ma quanto credito venga dato all’ottimismo ellenico, lo dimostra la reazione delle Borse: Atene meno 9,3%, Milano meno 4,4%, giù anche Wall Street, dove andrà a nascondersi Cenerentola?