Il Sole 24 Ore, 16 ottobre 2014
Due mondi, Ue e Asia, e due economie destinate a intrecciarsi sempre di più: le opportunità di business di cui si discute in questi giorni a Milano all’Asia-Europe Business Forum
Due mondi, Ue e Asia, due economie destinate a intrecciarsi sempre di più che, per crescere insieme, devono collaborare soprattutto sul versante della sostenibilità. Perché il mondo asiatico cresce a gran ritmo, spinto dall’urbanizzazione, dal bisogno di sanità, di energia pulita, da una classe media che consuma sempre di più e l’Europa ha dalla sua le competenze, le tecnologie, la qualità da offrire a questi mercati in rapida espansione.
Su questi temi è iniziata ieri in Assolombarda, a Milano, la due giorni di lavori dell’Asia-Europe Business Forum, un evento che si svolge ogni due anni. Quest’anno i partecipanti sono più che raddoppiati, circa 800, di cui 450 asiatici e 370 europei, a organizzarlo Assolombarda, Business Europe e Confindustria a latere del decimo vertice Eu-Asem che apre i battenti oggi nel capoluogo lombardo, con la partecipazione di 53 capi di Stato e di Governo.
«Le relazioni tra Europa e Asia sono la chiave per lo sviluppo mondiale», ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha preso parte alla sessione inaugurale, insieme a Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, alla presidente di Business Europe Emma Marcegaglia e a Le Luong Minh, segretario generale dell’Asean che raggruppa i dieci Paesi del Sud-Est asiatico e che è tra i protagonisti del summit euro-asiatico.
«I mercati asiatici sono partner fondamentali per la nostra crescita, che deve passare attraverso legami più forti, trasferimento tecnologico, innovazione e catene globali del valore», ha sottolineato il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca che, in qualità di padrone di casa, ha aperto i lavori. Milano, non a caso: «Qui, nel raggio di 60 chilometri - ha continuato Rocca - c’è il 25% dell’export italiano. Gli imprenditori asiatici si sono immersi in questa realtà. Il Business Forum rappresenta un’occasione di scambio, di contaminazione, la possibilità di creare un tessuto connettivo tra le due aree».
Un luogo da cui far ripartire la fiducia, ha aggiunto, e che vede l’Expo del prossimo anno come uno snodo fondamentale per la ripartenza del Paese. E un contributo alla politica: «Il mondo del business - ha continuato Rocca - è in grado di avere una comprensione più operativa dei problemi da affrontare per crescere e dare un contributo di concretezza e supporto a governi e istituzioni».
Le premesse ci sono: il commercio tra le due aree è raddoppiato nell’ultimo decennio. Nel 2013, ha detto il presidente di Confindustria nel suo intervento, i partner asiatici rappresentavano il 15,3% delle importazioni europee e il 12,5% delle esportazioni. Anche per gli investimenti la tendenza è di una rapida crescita: la Ue, ha detto il presidente di Confindustria, è un grande investitore in Asia. L’anno scorso il 22% degli investimenti diretti all’estero dell’Unione europea è andato nei Paesi asiatici, mentre viceversa quelli dell’Asia verso l’Eurozona sono stati oltre il 10 per cento. «Dobbiamo continuare a rimuovere gli ostacoli sia per il commercio che per gli investimenti».
Squinzi si è soffermato sugli accordi commerciali tra le due aree: «Asia e Europa restano impegnate al principio di accordi multilaterali, ma lo stallo dei negoziati di Doha ha portato ad una proliferazione di accordi bilaterali e regionali. Sono aumentati commercio e investimenti, la collaborazione industriale, ma è aumentato anche il protezionismo», ha detto Squinzi.
Emma Marcegaglia ha ricordato che negli ultimi tempi l’Europa e l’Asia hanno lavorato molto per migliorare le relazioni commerciali. «Voglio ricordare che l’Europa nel 2011 ha chiuso un importante accordo di libero scambio con la Corea, sta per concluderne un altro con Singapore. Con la Cina ha avviato un negoziato molto intenso arrivato al terzo round per ridisegnare le regole reciproche per gli investimenti. Non è vero che per l’Europa ci sia soltanto il Ttip il trattato di libero scambio con gli Stati Uniti, sappiamo benissimo che con l’Asia l’Europa deve mettere in campo tutte le opportunità che ha a disposizione e quindi non guarderemo solo da una parte».
Il tema degli accordi di libero scambio nella prolifica area asiatica è stato toccato, ovviamente, anche dal vietnamita Le Luong Minh che attualmente è segretario generale dell’Asean, il raggruppamento dei dieci paesi del Sud Est Asiatico che con la Cina hanno stretto un patto di ferro creando l’area di libero scambio più ampia dell’Asia ma che si muovono anche singolarmente o a gruppi guardando alle possibili evoluzioni dei rapporti con altri Paesi o gruppi di Paesi. Temi sfiorati anche da Pradit Phataraprasit, ceo Thailand Winvestment e da Kazi Akram Uddin Ahmed, presidente del Bangladesh Business Federation.
Oggi i gruppi di lavoro, suddivisi tra commercio e investimenti, cibo, acqua e utilizzo sostenibile delle risorse, energia, energie verdi e cooperazione Europa-Asia sulle infrastrutture presenteranno all’Asem una proposta di lavoro comune.