15 ottobre 2014
Quelli che «odiano la Juve» secondo Allegri e quelli che mettono in giro bufale su Ebola secondo Essien, la rissa in campo tra Serbia e Albania e la qualificazione degli azzurrini Under 21, i problemi di Capello in Russia e l’addio di Zoeggeler allo slittino
Il meglio dalle pagine sportive dei giornali di oggi.
Tutti contro la Juve. La versione di Allegri
«In Italia ci sono 50 milioni di tifosi, 12 sono della Juve, gli altri del Milan, dell’Inter, della Roma e via così. Tutti sono contro la Juve. Ora me ne rendo conto» (Massimiliano Allegri, intervistato da Roberto Perrone sul Cds).
Essien e la bufala su Ebola
«È domenica sera. Sono a casa mia, nella migliore situazione possibile: relax, divano e Sky Sports England in tv. Sto da dio. Squilla il telefono: dottor Tavana, leggo. Mmm, che vorrà a quest’ora? Rispondo. Il dottore mi fa: “Su internet qualcuno dice che hai l’Ebola. Ma non è vero, giusto?”. Io scoppio a ridere e lui con me, gli dico che sto benissimo. Cinque minuti dopo mi chiama Riccardo Coli, il nostro capo ufficio stampa: “Qualcuno ha messo in giro una mia dichiarazione in cui dico che siamo affranti per la tua malattia, ma ovviamente è tutto falso”. Rido ancora, lui mi gira i link su cui erano riportate queste voci e la cosa finisce. Solo che poi la mattina dopo, mentre dormo alla grande, mi chiama mia madre dal Ghana, allarmatissima, e mi chiede come sto…» (il centrocampista nigeriano del Milan Michael Essien ad Andrea Sorrentino di Rep).
Il governo russo contro Capello
La Russia zoppica lungo il cammino delle qualificazioni europee, è seconda nel girone G con un ritardo di due punti sull’Austria. Così il ministro dello sport di Mosca, Vitaly Mutko, ha deciso di incontrare il ct Fabio Capello. L’allenatore è nel mirino della stampa, che ne chiede il licenziamento. Mutko ha detto però che la Russia rispetterà il contratto del ct, valido fino al Mondiale (russo) del 2018. L’allenatore, per di più, non riceve da mesi l’ingaggio, uno dei più alti del mondo, quantificabile in 8,3 milioni di euro annui. E, a settembre, la federcalcio russa si è perfino scusata per non avergli pagato lo stipendio per il terzo mese in sequenza [Benedetto Saccà, Mes].
La vita romana di Kvyat, tra F1 e Totti
Il pilota russo della Toro Rosso Daniil Kvyat ha una casa a Roma e parla molto bene italiano: «Vivendo nella capitale mi sono innamorato del calcio. Ovviamente sono diventato tifoso della “Magica”. Fra i miei trofei più belli c’è la maglia giallorossa numero 10 che mi ha regalato Francesco Totti. Uno dei miei idoli. Io gli ho dato la mia tuta» [Claudio Russo, Mes].
L’Under 21 si qualifica agli Europei
Vincendo 3-1 contro la Slovacchia, la Nazionale Under 21 guidata da Gigi Di Biagio ha conquistato la qualificazione all’Europeo. Guglielmo Buccheri sulla Sta: «Ha ragione Di Biagio, tecnico della nostra Under 21, a parlare di “cammino straordinario compiuto da questi ragazzi...”. Straordinario perché gli azzurrini si erano presentati al via del proprio girone, non certo facile, con il ko di Rieti contro il Belgio: 3 a 1 i numeri della sconfitta e il pieno di critiche. Piano piano, la giovane Italia si è rialzata fino a centrare il visto per gli Europei del prossimo giugno in Repubblica Ceca, dove le otto squadre in gioco si sfideranno anche per i posti validi per i Giochi di Rio del 2016.
Da tempo non si vedevano un arbitro ed il suo assistente uscire scortati dalla polizia. Ieri a Reggio Emilia, al 90’ è scattata la caccia all’uomo da parte degli slovacchi. Il motivo? Sul 2-1 per l’Italia Under 21, il capitano degli azzurrini Bianchetti atterra Schranz in area: l’arbitro indica (giustamente) il dischetto, l’assistente Harris gli fa cambiare idea. «Siete contenti voi italiani che avete vinto così, fottetevi...», urlerà negli spogliatoi l’allenatore Galad. Il 2-2 avrebbe rovinato i piani degli azzurrini dopo l’1-1 dell’andata. La sfida, iniziata con i gol di Bernardeschi, Belotti (rigore) e Lolobtka, si chiuderà con il sigillo di Longo [Sta].
Serbia-Albania sospesa in nome del Kosovo
A Belgrado, allo stadio del Partizan la sfida per Euro 2016 fra la Serbia e l’Albania è stata sospesa per l’indisciplina del pubblico e una gigantesca rissa tra giocatori. La tensione era montante già dal tardo pomeriggio. Poi, al 41’ del primo tempo un drone, forse manovrato da Orfi Rama, ovvero il fratello del premier albanese Edi Rama, è apparso nel ritaglio di cielo sopra l’impianto, sventolando bassa una bandiera dell’«Albania etnica», cioè delle regioni balcaniche abitate dai popoli a maggioranza albanese. Mostrava anche la scritta «Kosovo autonomo» e il volto di Adem Jashari, uno degli artefici della liberazione del Kosovo. Da lì in avanti è stato il delirio [Benedetto Saccà, Mes].
Il Kosovo non è riconosciuto, la nazionale può giocare solo amichevoli e l’Albania è l’unica squadra a cui aggrapparsi. Non solo per i tifosi: 7 dei 23 giocatori presenti a Belgrado (trasferta che mancava dal 1967) sono nati in Kosovo [Giulia Zonca, Sta].
Le brutte scommesse del tennis italiano
La procura di Cremona, controllando tra 200 tra smartphone e computer nell’ambito dell’inchiesta Calcioscommesse, ha scoperto che ci sono state combine anche nel tennis. Illuminante una conversazione tra Daniele Bracciali, in chat «braccio78», e Manlio Bruni, il commercialista del gruppo dei bolognesi. È il 9 luglio 2007, siamo alla vigilia del match di Bracciali contro Jenkins a Newport. Il tramite tra i due è tale Goret. Comincia Bruni: «È importantissimo vincere il primo set e se possibile andare un break avanti nel secondo». Braccio78 è titubante: «Tira una brutta aria». Bruni: «Ok, ma facendo in live non se ne accorgerebbe nessuno». Braccio78: «Se lo conoscevo (l’avversario, ndr) avrei potuto. Di solito ci offrono 50. Poi dipende, ma domani preferisco giocarla, magari per una prossima volta se ne può parlare». Bruni: «50 potrei farcela ma è indispensabile vincere il primo»; Braccio78: «Molto importante è che quello che ci gioco lo conosco così ci parlo prima»; Bruni: «Tu prova a vincere il primo, se lo perdi e perdi in due non se ne fa niente». Braccio78: «Oggi Volandri ha fatto di sicuro così»; Bruni: «50 per un set mi sembra buono»; Braccio78: «Non male, però a ‘sto giro gioco normale. Se cambio idea ti faccio sapere»; Goret: «Se decidi mandami sms con scritto Viva il re». Bracciali è incerto: «O perdo in due set, o vinco il primo, gioco 1-2 game del secondo e mi ritiro. In questi due casi a quanto si può arrivare?». Bruni: «Tu provi a vincere il primo e poi ti ritiri dopo alcuni games e siamo d’accordo per 50, altrimenti se perdi il primo poi puoi arrivare a vincere la partita e con me non hai nessun impegno». Braccio78: «Al 90% è no. Ma tra un paio d’ore ti mando sms». Bracciali perse in 2 set [Arianna Ravelli, Cds].
Il nome di Potito Starace, invece, spunta dai rilevamenti sugli apparecchi telefonici e informatici di Massimo Erodiani. «Starace ha fatto un assegno in garanzia????» chiede l’allibratore di Pescara a un certo Corradino. «Sì», la risposta con tanto di spiegazioni del perché la sconfitta dell’italiano contro Andujar al torneo di Casablanca del 2011, poi realmente avvenuta in due set (6-1, 6-2), era da ritenersi certa [Matteo De Santis, Sta].
Zoeggeler scende dalla slitta e studia da ct
A 40 anni, dopo 22 medaglie tra Olimpiadi e Mondiali e dopo 10 Coppe del mondo vinte, lo slittinista Armin Zoeggeler ha annunciato il suo ritiro. «Già due anni fa avevo avvertito dolori alla schiena. Da quel momento, allenarmi è stato molto più difficile. Nel 2013 ho saltato i Mondiali e ho avuto dolori atroci tutto l’anno. Temevo di non farcela ad arrivare a Sochi. Centrata la medaglia ai Giochi, decidere è stato più facile. Non volevo farlo a caldo, però. Mi sono preso del tempo. Ho capito subito che la mia testa voleva andare avanti per un’altra stagione, il mio corpo no. Lo scorso aprile sono entrato in sala pesi e ho cominciato ad allenarmi. Quel giorno, con chiarezza, la mia schiena mi ha detto che non sarei più stato in grado di dare il cento per cento. Ho seguito l’istinto e ho deciso di ritirarmi».
Gaia Piccardi sul Cds: «Semplice, chiaro, razionale. Come lui. Armino resta nell’ambiente, e ci mancherebbe altro. Dirigerà il lavoro di ricerca e sviluppo dei materiali con Coni (che ieri l’ha pubblicamente ringraziato via twitter), Fisi e Ferrari. Ma, dietro le quinte, studierà da commissario tecnico, il ruolo che gli spetta per diritto naturale».
Emanuela Audisio su Rep: «Maso, mucche, cavalli, una moglie Monika e due figli, Nina e Thomas, 12 e 8 anni. Zoeggeler ha guidato a fari spenti nella notte, ha suonato la sua corsa senza spartito, a orecchio. È stata la sua forza: memorizzare il percorso meglio di un navigatore come un astronauta all’incontrario. Un pilota di bob vede le curve, uno che scende sullo slittino le ricorda. Un meccanico della gravità che pensava alle pellicine, alle unghie, alla barba da non tagliare prima della gara: altrimenti la pelle sfregata, si irrita».