il Fatto Quotidiano, 15 ottobre 2014
L’avvocato Tacopina finalmente è riuscito a comprarsi una squadra di calcio (il Bologna)
Nella notte è arrivato il closing, il nuovo proprietario del Bologna Calcio è Joe Tacopina: avvocato di New York famoso per le sue apparizioni televisive, per aver preso parte a processi mediatici o per essersene spacciato protagonista, come quando fu invitato a Porta a Porta come difensore di Amanda Knox, salvo che poi i legali della ragazza l’hanno diffidato a presentarsi come tale.
L’avvocato che piace alle televisioni ha finora pagato 6 dei 12 milioni previsti per l’aumento di capitale del Bologna Calcio, 6 si è impegnato a versarli entro dicembre e 6 li ha usati per liquidare la vecchia proprietà, per un totale di 18 milioni di euro. Altri 100 milioni sono stati promessi da Tacopina per il futuro, tra la ristrutturazione dello stadio e un progetto di grandeur che vorrebbe coinvolgere in panchina Roberto Mancini. Tutto molto bello.
Il lieto fine a una favola cominciata sette anni fa, quando per la prima volta Tacopina si avvicina al calcio italiano come emissario di George Soros, che vuole comprare la As Roma: l’offerta è di 280 milioni, ma il giorno della chiusura un fantomatico sceicco ne offre 400, e l’affare salta. Tacopina non si perde d’animo, e l’anno dopo cerca di acquistare il Bologna, per sé e non per Soros, ma l’affare salta di nuovo. In quel periodo Tacopina si accompagna con Steve Horowitz della banca d’affari americana Inner Circle Sports LCC, quelli che hanno poi fatto prendere a Tom Werner il Liverpool e a James Pallotta la Roma. E in qualche modo il cerchio si chiude, con Tacopina che fino al mese scorso della Roma di Pallotta è vicepresidente.
Nell’acquisto del Bologna invece, Tacopina si fa accompagnare da Joey Saputo, imprenditore canadese, titolare dell’azienda di famiglia Saputo Incorporated: una delle maggiori industrie casearie del Nord America, creata dal padre Lino immigrato dalla Sicilia. Lino Saputo faceva affari con la Grande Cheese Company di Joe Di Bella, uomo di Giuseppe “Joe” Bonanno, uno dei boss della mafia canadese, ma l’Fbi ha escluso collegamenti diretti. La DIA di Roma invece, ha scritto L’Espresso nel 2007, ha aperto un’inchiesta per riciclaggio su alcuni affari tra la società fondata da Lino Saputo e Vito Rizzuto, altro boss di Montreal, anche questa inchiesta chiusa senza incriminazioni per i Saputo. E così oggi Joey Saputo e Joe Tacopina si possono godere il Bologna Calcio.