Corriere della Sera, 15 ottobre 2014
Febbre in Inghilterra per Andrea Faustini, il romano ventenne bocciato per tre volte dal nostro X Factor
È bastato sentirlo cantare una volta e all’edizione inglese di X Factor sono tutti, immediatamente, impazziti. A quella italiana invece gli hanno detto per tre volte no. È una storia curiosa quella di Andrea Faustini, 20enne romano dalla voce incredibile, favorito per la vittoria del talent in Inghilterra.
Quando a Londra si è presentato alla prima audizione, con i jeans effetto acqua in casa, i calzini in bella vista e la felpa con impresso il muso di un carlino, i giudici hanno pensato all’ennesimo ragazzotto strambo in cerca di popolarità. Poi però Faustini ha iniziato a cantare. E tutti, subito, hanno capito che quel ragazzo aveva, come forse nessuno prima di lui, quel fattore «ics» che cercano nel talent.
Da allora è partita in Inghilterra la febbre per Faustini, che si è conquistato a mani basse il titolo di favorito a colpi di standing ovation (a cui lui risponde spesso coprendosi gli occhi) e lacrime da parte dei giudici (Mel B e Cheryl Cole) secondo cui le sue esibizioni sarebbero tra le migliori della storia del programma. Il motivo? A detta di tutti (compreso il cattivissimo Simon Cowell) è che questo ragazzo dalla voce soul, fan di Beyoncé, «mette l’anima in ogni parola che canta».
«Credo sia il complimento più grande che possano fare a un cantante», risponde lui, ancora frastornato da tutto questo successo... «Non me lo aspettavo, è incredibile. Sto vivendo dentro una bolla, non sto capendo nulla». Impossibile non rimanerne impressionati (gli scettici scrivano il suo nome su YouTube). Eppure lui giura con un limpido accento romano: «Sono ancora lo stesso caciottaro di prima».
Come mai non è andata bene all’ X Factor italiano? «Tre volte non sono nemmeno arrivato davanti ai giudici: non ho superato i pre casting. Forse non ero abbastanza pronto. Quest’anno invece sì e non penso sia un caso se ci sono finalmente arrivato e ho avuto quattro sì (Lorenzo Mieli tiene a precisare: «Da quando FremantleMedia produce il programma su Sky lui ha ricevuto 4 approvazioni, ma ha preferito Londra»). Poi però ho fatto un’audizione anche in Inghilterra, ho dovuto fare una scelta». Ha scelto gli inglesi... «Sono sempre stato un fan dell’edizione inglese e mi ci sentivo più affine. Credo sia la migliore al mondo per le scelte musicali che fanno».
Non è il primo talent a cui partecipa. Come in un Truman Show della musica, Faustini è cresciuto cantando davanti alle telecamere: da bambino ha partecipato a Ti lascio una canzone ... «Ho iniziato a cantare presto perché quando lo faccio sento che mi trasformo, mi sento forte. Sono contento di come sto vivendo questo mio Truman Show , se vogliamo chiamarlo così. Non mi aspettavo la reazione serena che sto avendo. Sto facendo quello che più amo: cantare. Quello che verrà verrà, sono pronto anche a un’eliminazione imminente. In tv può accadere tutto, a dispetto dei pronostici».
Che la danno per favorito... «L’ho letto, ma non mi faccio influenzare. Voglio divertirmi. La competizione c’è, ma sto facendo quello che più mi piace e dove volevo farlo: non potrei chiedere altro». La scelta del look è stata strategica? «Ma così ci vado anche in università».
L’hanno soprannominato il Bridget Jones al maschile... «Io lo sostengo da quel dì: sono super impacciato, goffo, non ne azzecco una, inciampo, in bicicletta casco: sono la traduzione maschile italiana di Bridget Jones». E proprio come quel personaggio, ora è il momento della rivincita... «È tutto surreale. Non voglio buttarmi giù, però dopo tanti no, uno delle domande se le pone...». Come tanti coetanei, per avere fortuna è dovuto andare all’estero... «Ma non credo sia per tutti l’unica strada. Ognuno ha un proprio spazio e un proprio momento: non bisogna stancarsi di cercarli. Non escludo di tornare in Italia, anzi. Sono orgoglioso di essere italiano».
Anche se... «Quando mi sono presentato ai primi provini, con i panini nello zaino, mi sono detto: ma dove stai andando? Lì ho deciso di prenderla come una grande vacanza. Invece ho trovato un’apertura fantastica: è proprio vero che la musica non ha barriere».