Il Messaggero, 15 ottobre 2014
Il fitness può diventare una droga. In America si aprono centri per questi nuovi tossicodipendenti che non riescono più a rinunciare alla loro ginnastica
Malate di palestrite acuta. Attaccate allo stairmaster e alla cyclette, un gradino e una pedalata dopo l’altra senza più riuscire a smettere, mentre i muscoli vanno in surriscaldamento, i tendini si infiammano, ossa e cartilagini cedono sotto l’impatto ritmico di piccoli traumi ripetuti troppe volte di seguito. Per alcune donne il desiderio di benessere e di fitness rischia di trasformarsi in una forma di dipendenza, spesso associata ad altri fenomeni patologici che finiscono per danneggiare il corpo più che mantenerlo sano. Il fenomeno è abbastanza diffuso negli Usa da aver attirato l’attenzione degli studiosi, fino a generare terapie di disintossicazione per le troppo palestrate.
La rivista di lifestyle Self ha appena dedicato un lungo articolo all’argomento, nel quale si raccontano le esperienze di decine di donne che hanno perso serenità e salute con l’abuso del proprio corpo. «L’esercizio fisico è il regalo migliore che ognuno di noi può fare al corpo e alla mente. - dice la dottoressa Jordan Metzl, specialista di medicina sportiva di un ospedale newyorkese - C’è però un limite ai vantaggi che ne possono derivare. L’abuso è possibile, e va evitato».
IL PERICOLO
A che punto scatta l’allarme? «La risposta non è nella misura, - dice la psicologa Marilyn Freimuth, che insegna a i suoi pazienti come riconoscere i segni della dipendenza, prima che si evolva in un comportamento distruttivo - quanto piuttosto nella motivazione che spinge all’eccesso di esercizio, e nel risultato che si ottiene». Spingere il corpo in attività aerobiche è salutare. Passare nel corso dello stesso giorno dal Pilates all’aerobica, e poi sottoporsi ad una sessione di Zumba e di Spin, ultime arrivate nelle palestre americane, è diabolico. Vale la pena di chiedersi se si va in palestra per mantenere il corpo in esercizio, oppure per compensare ad un vuoto emotivo, mancanza di confidenza, depressione.
I CASI
Molte donne si trovano a vivere in un ambiente di lavoro che incita sempre più alla competitività e al successo. Altre sono spinte dalla voglia di snellire il proprio corpo alla ricerca di emulare i modelli impossibili che ci vengono proposti.
Così come è possibile eccedere con l’altra componente della salute: l’alimentazione, allo stesso modo è possibile sviluppare un rapporto ossessivo e malato con la fitness.
Ne sa qualcosa Jodi Rubin, una psicoterapeuta newyorkese che ha aperto uno studio di consultazione per pazienti da ’palestrite’, chiamato Destructely Fit (in forma fino a farsi male). Le donne che si rivolgono al suo studio passano da una classe all’altra, giorno dopo giorno, ma non riescono a fuggire l’ansia di non sapere se quanto fanno è abbastanza.
LE STAR
La prima celebrità a far discutere di questa sindrome è stata Madonna, che in palestra passava tanto tempo a rinforzare i bicipiti da aver finito per aprire una sua catena di palestre di lusso intorno al mondo, e di sposare il suo trainer personale. Con Michelle Obama l’immagine di un paio di braccia tonificate da una buona dose quotidiana di pesi è arrivata per la prima volta al centro del quadretto domestico della famiglia americana: la Casa Bianca. Salutismo e ricerca della forma fisica perfetta sono diventate un ossessione per molte, come ad esempio per Janae Jacobs una ventottenne dell’Utah, che si è chiusa in palestra un paio di anni fa mentre il suo matrimonio stava andando a pezzi, e si sentiva sprofondare nell’ansia e nella depressione. «Volevo scuotermi dal letargo, uscire fuori dalla crisi». Ne è uscita con fratture a entrambi i femori, vittima di un uso eccessivo della pressa per le gambe.