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 2014  ottobre 13 Lunedì calendario

Costa d’Avorio, il mercato del cacao è a rischio a causa dell’Ebola

Le diffusione del virus Ebola arriva a colpire anche il cioccolato. La Costa d’Avorio, maggiore produttore di cacao al mondo, non ha ancora registrato alcun caso, ma ha comunque da tempo chiuso le sue frontiere con i vicini Liberia e Guinea, da dove normalmente arrivarono molti lavoratori stagionali, e ora il raccolto è rischio.
La Costa d’Avorio produce in media circa 1,6 milioni di tonnellate di cacao l’anno, il 33 per cento del totale nel mondo, e il contraccolpo sui prezzi si è già fatto sentire, mentre le maggiori aziende internazionali del settore si stanno organizzando per raccogliere fondi da donare in aiuti per combattere e prevenire il virus.
Il governo ivoriano ha disposto la chiusura delle frontiere con i sui vicini sin da agosto e a settembre i costi dei futures del cacao si sono impennati. Da una media tra i 2.000 e 2.700 dollari per tonnellata, hanno raggiunto i 3.400 dollari. I giganti del cioccolato si sono già mobilitati. La World Cocoa Foundation (Wcf) ha avviato una sottoscrizione tra i suoi 115 membri, tra cui Nestlè e Mars, per ottenere donazioni da devolvere attraverso la sua Cocoa Industry Response to Ebola Initiative.
Ma c’e anche chi va oltre. Una delle maggiori aziende internazionali del cioccolato in Costa d’Avorio, il gigante svizzero Barry Callebaut, ha avviato corsi di prevenzione per tutti i suoi dipendenti, così come la Nestlè. Tim McCoy, consigliere del Wcf, lo ha potuto constatare di persona, nel corso del suo ultimo viaggio in Costa d’Avorio, a settembre: «Nelle riunioni - ha raccontato - di solito ci si stringe la mano e spesso tra uomini e donne ci si scambia un bacio sulle guance. Ma ora nessuno lo fa più».