il Fatto Quotidiano, 14 ottobre 2014
Dove hanno preso i soldi che li hanno fatti diventare eurodeputati i vari De Castro, Bonafè, Toti, Sassoli
Il denaro non fa la carriera politica (o no?), aiuta tanto, eccome se aiuta. Avidi di moneta per finanziare le campagne elettorali, i partiti ricevono con sollievo le donazioni dai privati, società immobiliari, di costruzioni, di servizi, settore sanità oppure commercio: 7,737 milioni di euro nei primi dieci mesi di quest’anno, distribuiti durante le ultime Europee, passate agli archivi con il 40,8 per cento per i democratici di Matteo Renzi e un’astensione di oltre 42 punti. Ma il flusso di denaro non s’è interrotto. Il più ricco di tutti grazie al “Grana” doc Il pugliese Paolo De Castro (Pd), ex consigliere economico di Romano Prodi, già presidente della Commissione Agricoltura a Bruxelles che da ministro autorizzò per decreto la vendita del latte crudo, s’è conquistato la riconferma a Strasburgo con 86.000 preferenze e un sostegno economico di 139.872 euro. Nel collegio Nord-Est, De Castro s’è piazzato quarto, ma è primo incontrastato nella classifica dei candidati più benestanti. Il grosso di questa cifra l’ha percepito tramite il “Comitato De Castro”, il resto proviene da aziende interessate al settore di storica competenza decastriana: il Consorzio per la Tutela del Grana Padano di Desenzano sul Garda ha inoltrato un bonifico di 12.372 euro; 10.000 per Inalca, produzione carni e 7.500 per la Granarolo. Il preferito dai signori del mattone romano David Sassoli (Pd), ex giornalista al Tg1, rinviata l’agognata ascesa al Campidoglio di Roma, è rientrato a Strasburgo, spinto anche da una raccolta di 86.516 euro, divisa in 19 contributi di 19 società. Ci sono i costruttori: 10.000 euro da parte di Sac; 10.000 da Mugnai; 3.000 da Saiseb. E poi gli immobili, 10.000 da Deplano Real Estate. E la sorpresa: 10.000 euro da Italservizi 2007 (vigilanza) di Domenico Gravina, considerato amico di Gianfranco Fini sin dai tempi nel Msi. Il cocco di Silvio B. assistito da San Lorenzo in Lucina Interrotto il ventennio a Milano nell’azienda di famiglia Mediaset e convocato a Roma per organizzare un partito ormai distrutto, Silvio Berlusconi non ha dimenticato il consigliere Giovanni Toti. Per agevolare la scalata a Strasburgo, Forza Italia ha staccato un assegno di 20.000 euro in favore di Toti, che ha raggiunto la considerevole somma di 50.000. Enzo Maria Simonelli, il commercialista vicino all’ex Cavaliere, ha tifato per Toti con 10.000 euro. Il pastore tedesco e il Nazareno Simona Bonafé (Pd) ha cominciato a fare politica anni fa, da addetto stampa, accanto al giovane Matteo Renzi, candidato per la Provincia di Firenze. Poi il Capo l’ha mandata a fare l’assessore a Scandicci, l’ha richiamata per le primarie (perse) contro Pier Luigi Bersani, l’ha premiata con un seggio in Parlamento, l’ha un po’ messa in disparte e, la scorsa primavera, l’ha inserita tra i capolista dem. E con un’eccezione che non conferma le regole (valgono per tutti, o no?), il Nazareno ha versato 19.084 euro per la propaganda di una renziana-toscana, caratteristiche da mille garanzie. Maurizio Mian, azionista dell’Unità e padrone di un facoltoso cane di nome Gunther, proprio mentre il giornale stava per chiudere, ha attinto dalle sue riserve per donare 20.000 euro a Simona Bonafé e 9.900 euro a Nicola Danti: toscano e renziano, ovvio. Cécile Kyenge, non renziana, non ha beneficiato di sussidi dal Nazareno, ma ha “incassato” 42.500 euro. Affezionato il gruppo Officine Piccini di Milano che ha girato all’ex ministro 25.000 euro in due rate. Sor Sergio non manca mai e sceglie i socialisti Luciano Ciocchetti, ex numero due di Renata Polverini in Regione Lazio, è traslocato in Forza Italia, ma non è riuscito a strappare un seggio a Strasburgo. Pazienza. Ma Ciocchetti ha ottenuto una investitura non da poco: il palazzinaro Sergio Scalpellini, quello che affittava immensi locali al Parlamento, ha pagato 12.500 euro per la campagna elettorale dell’ex Udc proprio con la Milano 90. Scarpellini disse: “Ho dato soldi a tutti i politici, bianchi, rossi e neri”. Oltre a Ciocchetti, stavolta ha impacchettato un pensierino dal valore di 9.900 ai socialisti di Riccardo Nencini, vice ministro ai Trasporti. Il nemico del mio nemico: Della Valle non perdona Non sono idilliaci i rapporti tra Leonardo Domenici, ex sindaco di Firenze e il successore, Matteo Renzi. E da un po’ di mesi pure l’amicizia tra il presidente del Consiglio e Diego Della Valle si è consunta. C’era un indizio, la scorsa primavera: il signor Tod’s sperava in un secondo mandato a Strasburgo di Domenici e l’ha sancito con un bonifico di 10.000. Renzi aveva speranze diverse, forse. E Domenici non ce l’ha fatta. I tesorieri a caccia del tesoro che non c’è A San Lorenzo in Lucina, sede dei forzisti ci sono sfratti, nuove distribuzioni di spazi, onorevoli che non vogliono rinunciare all’ufficio di rappresentanza: occorre risparmiare, ordina Berlusconi. E per fortuna di un ex Cavaliere in politica si occupano e preoccupano gli amici e soci di sempre, soprattutto la famiglia di Ennio Doris (moglie e figli) che ha soccorso Forza Italia con 400.000 euro. Provvidenziale per Berlusconi anche la nomina estiva (era metà giugno) a responsabile esteri di Fi di Vittorio Pessina, 76 anni, ex senatore. I tabulati di palazzo Montecitorio, che annotano le dichiarazioni congiunte, citano un finanziamento di Pessina a Fi di 100.000 euro, registrato il 2 settembre 2014. Ai forzisti, tra eletti che consegnano l’obolo e aziende che sganciano, è arrivato quasi un milione e mezzo di euro. I cugini di Ncd segnalano soltanto due movimenti in entrata: 5.000 euro da Gaetano Quagliariello in qualità di fondatore e dieci volte tanto, 50.000, da Fox Petroli di Pesaro. I noleggi di Roma e le imprese di tecnologia, così Fratelli d’Italia ha racimolato 91.800 euro. Non male. Al Nazareno dem non è andata tanto meglio (poi ci sono le sezioni regionali, molto più forti): 118.000 euro; 15.000 di Mediolanum Farmaceutici e la stessa somma di Scs Computer. Per il “Comitato Elezioni Europee M5S” risulta un contributo unico a nome di Giuseppe (Beppe) Grillo, 54.465 euro.