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 2014  ottobre 14 Martedì calendario

La Cina è il nostro secondo partner fuori dall’Europa. La differenza tra quello che compriamo da loro e quello che gli vendiamo si sta riducendo

Il primo ministro della seconda economia mondiale, Li Keqiang, plana oggi a Roma dopo rapide ma intense tappe a Berlino e a Mosca. E già il fatto che l’unica tappa europea oltre alla Germania sia l’Italia di Matteo Renzi fa ben sperare sul riequilibrio degli scambi commerciali tra i due Paesi (sbilanciati a favore di Pechino e con un potenziale inespresso di liquidità cinese da investire nelle eccellenze energetiche, infrastrutturali e tecnologiche italiane). Renzi è volato in Cina a giugno, quattro anni fa l’allora premier Wen Jiabao era a Roma, e c’è finalmente la percezione di una svolta possibile nei rapporti bilaterali. Intanto, negli ultimi mesi la Banca centrale della Cina ha acquisito quote nelle grandi aziende italiane, poi c’è stato uno strenuo impegno del Business Forum Italia-Cina creato appena quattro mesi fa e che si riunirà stasera alla presenza dei due capi di governo, e dell’Ambasciata cinese in Italia. Infine, il rinnovamento della macchina pubblica avviato da Renzi potrebbe vincere le perplessità della Cina a scommettere sull’Italia come paese attraverso il quale “entrare” in Europa, con reciproca soddisfazione nostra e loro.
Li Keqiang, a suo tempo ricevuto a Londra dalla Regina Elisabetta fuori da ogni protocollo, è reduce da oltre una cinquantina di accordi con la Russia di Putin in una delicata missione acrobatica fra strategico rafforzamento della partnership con Mosca e attenzione a non urtare la sensibilità di una Europa itenta a comminare sanzioni a Putin per la crisi ucraina.
COLLABORAZIONE
L’Italia punta ad attirare investimenti cinesi, non solo dalle aziende e dagli istituti statali, ma anche dalle emergenti piccole e medie imprese sostenute dal nuovo corso a Pechino. Il dato di fondo è che gli investimenti diretti cinesi in Italia ammontano a poco meno di mezzo miliardo di euro, a fronte di investimenti italiani per circa 7,7 miliardi. Adesso, la collaborazione può sbloccarsi grazie al Piano d’azione triennale concordato a giugno in cinque settori prioritari.
In Germania, Li Keqiang è stato portato dal cancelliere Angela Merkel in un supermercato di Berlino a fare shopping. Una tappa emblematica. La Cina aveva già firmato l’acquisto di 70 Airbus A320 e la Volkswagen ha prorogato al 2024 il suo partenariato con la cinese FAW. Paradossalmente, la Germania esporta in Cina oltre 30 milioni di dollari in macchinari per spaghetti e l’Italia solo per 7. Eppure, c’è un clima nuovo di reciproca apertura favorito dal feeling tra Renzi e Li Keqiang. L’ospite che viene da lontano arriverà questo pomeriggio nella capitale e prima della cena con Renzi incontrerà il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Domani terrà un discorso alla FAO e incontrerà i presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso. Quindi la partenza per Milano, dove sarà uno dei protagonisti del Vertice Asem dove nella prima sessione plenaria affronterà il tema della “nuova via della Seta” e delle infrastrutture di collegamento Asia-Europa, e il giorno dopo alla terza sessione, informale, per approfondire i temi di maggiore attualità, dal Medio Oriente all’Ucraina. Ben quattro giorni in Italia, quindi. Saranno firmati pure accordi culturali. Sempre più studenti italiani vanno in Cina per imparare il cinese, mentre l’interesse italiano è quello di promuovere lo studio e l’insegnamento dell’italiano in Cina. Nuovo sprint anche alla cooperazione bilaterale in campo scientifico coi due appuntamenti, a Napoli e a Milano, del Quinto Forum Italia-Cina sull’Innovazione.